Come scoprire se Cambridge Analytica ha rubato i tuoi dati su Facebook
Gli utenti interessati dalla violazione dei dati vedranno un messaggio nella parte superiore della loro bacheca che li informa su quali app hanno utilizzato in modo improprio i dati condivisi
A partire dalle 12:00 ora di Londra (le nostre 13.00) di lunedì 9 aprile, gli utenti di Facebook inizieranno a visualizzare le notifiche nella parte superiore del loro News Feed che li avviserà se i loro dati sono stati rubati e “mal utilizzati” da Cambridge Analytica.
Quella compiuta da Cambridge Analytica è una delle più vaste violazioni di dati della storia. In questo articolo abbiamo spiegato come cambia Facebook dopo lo scandalo.
La scorsa settimana Facebook ha annunciato che in caso di violazione dei dati, gli utenti riceveranno una notifica che fornirà gli strumenti per visualizzare le app che hanno usato in modo improprio i dati condivisi.
“A partire da lunedì 9 aprile mostreremo alle persone un link nella parte superiore del loro news feed in modo che possano vedere quali app utilizzano e le informazioni che hanno condiviso con quelle app. Le persone potranno rimuovere le app che non vogliono più”, ha scritto lo chief technology officer di Facebook, Mike Schroepfer, in un post ufficiale.
Gli utenti interessati dalla violazione dei dati di Cambridge Analytica vedranno il messaggio illustrato di seguito (a destra) nella parte superiore del loro feed di notizie. Quelli non interessati vedranno il messaggio nella foto qui sotto (a sinistra).
Sempre a partire da oggi comparirà in cima al flusso di notizie di tutti gli utenti un link che mostrerà tutte le app che utilizziamo e le informazioni condivise con queste applicazioni. “Gli utenti saranno in grado di rimuovere le app che non vogliono più. Riteniamo che queste modifiche consentiranno di proteggere meglio le informazioni delle persone. Sappiamo di avere più lavoro da fare”, ha spiegato Schroepfer.
Cambridge Analytica, la società coinvolta e legata all’ex consigliere del presidente USA Trump, Steve Bannon, è accusata di aver violato i dati sensibili di oltre 87 milioni di profili Facebook.
La società ha ottenuto i dati personali di un abitante degli Stati Uniti su quattro. Di questi, like, condivisioni, messaggi, preferenze di vario genere sono finiti nei server dell’azienda inglese, e a confermarlo è lo stesso social network, con un post sul blog ufficiale.
E per la prima volta si ha un’idea della dimensione dello scandalo anche in Italia: sarebbero coinvolte potenzialmente 214.134 persone, 57 delle quali hanno installato l’app thisisyourdigitallife.
Degli 87 milioni di profili complessivamente violati la netta maggioranza, oltre 70,6 milioni, appartiene a utenti statunitensi. Al secondo posto le Filippine con 1,17 milioni, seguite dall’Indonesia con 1,09 milioni, mentre in quarta posizione c’è il Regno Unito, con 1,07 milioni di profili usati impropriamente.
Tutti gli altri Paesi sono sotto il milione di profili violati. Al quinto posto il Messico, con poco più di 700mila profili, quindi il Canada con 622mila, l’India con 580mila, il Brasile con 440mila, il Vietnam con 427mila, l’Australia con 411mila.