Elon Musk, la Nasa smonta il suo progetto di rendere Marte abitabile
Quello di terraformare Marte è un sogno che il CEO di SpaceX cova da molto tempo
Elon Musk, il multimiliardario CEO di Tesla e SpaceX, ha da tempo in mente un’idea ambiziosa: quella di rendere Marte abitabile dagli esseri umani.
Già nel 2016, Musk diceva di star lavorando alla “terraformazione” di Marte, un traguardo che sperava di ottenere in un arco compreso tra i quaranta e i cento anni. Il biglietto, diceva, sarebbe costato meno di 200 mila dollari.
L’imprenditore sudafricano era anche riuscito, questo febbraio, a far atterrare la prima automobile ideata dalla sua compagnia, SpaceX, sulla superficie del Pianeta Rosso.
Per rendere ancora più spettacolare l’evento, Elon Musk aveva deciso di effettuare il lancio accompagnato dalle note di Life on Mars del cantante David Bowie.
Ora, però, i suoi sogni sono stati messi in dubbio dai dati della Nasa, l’imponente agenzia spaziale statunitense che ha mandato i primi uomini sulla Luna.
Infatti, degli scienziati hanno studiato attentamente i dati relativi alla composizione atmosferica di Marte forniti dalla Nasa e sono giunti a una conclusione: non c’è abbastanza anidride carbonica sul Pianeta Rosso.
Di conseguenza, non è possibile per gli esseri umani creare artificialmente un’atmosfera su Marte che trattenga il calore e i gas necessari alla vita vicino alla superficie del pianeta.
Dati alla mano, gli scienziati hanno infatti notato che anche se fosse possibile rilasciare l’anidride carbonica intrappolata sul suolo di Marte, non ce ne sarebbe abbastanza per innalzare la pressione atmosferica fino al punto in cui le temperature ai poli sarebbero superiori al grado di ebollizione dell’acqua.
Questa notizia va contro ogni speranza di poter terraformare Marte. Infatti, l’idea era quella di alzare la temperatura del pianeta abbastanza da rendere possibile l’acqua in stato liquido, creando un’atmosfera più benigna per la sopravvivenza della vita come la conosciamo sul Pianeta Terra.
L’idea di rendere Marte abitabile dagli esseri umani ha fatto sognare molti, Elon Musk in primis.
“È importante avere un rifugio che sia autosufficiente su Marte – aveva spiegato – perché si tratta di un posto lontano dalla Terra. In caso di guerra, sarebbe più facile sopravvivere lì che sulla Luna”.
“Se ci sarà una terza guerra mondiale vogliamo essere sicuri che la civiltà umana possa essere conservata da qualche altra parte”, aveva continuato Musk.
Il CEO di SpaceX si è quindi erto in difesa della possibilità di terraformare Marte, anche a discapito di quanto scoperto dai dati della Nasa.
“C’è un quantiativo massiccio di CO2 su Marte che è stato assorbito nel suolo e che sarebbe rilasciato riscaldando a sufficienza il Pianeta. Con una fonte di energia sufficiente, artificiale o data dalla naturale fusione del sole, è possibile terraformare qualsiasi grande corpo roccioso”, ha scritto su Twitter.
There’s a massive amount of CO2 on Mars adsorbed into soil that’d be released upon heating. With enough energy via artificial or natural (sun) fusion, you can terraform almost any large, rocky body.
— Elon Musk (@elonmusk) 31 July 2018
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Gli scienziati che hanno effettuato la scoperta, però, avevano anticipato una risposta del genere da parte di Musk e hanno risposto alla critica dicendo che ci vorrebbero circa 10 mila anni per riscaldare a sufficienza il pianeta.
Una soluzione, concedono, sarebbe quella di far detonare bombe nucleari ai poli di Marte, come Musk ha annunciato di voler fare.
Ma anche così, i ricercatori credono che basterebbe appena a far esistere l’acqua in forma liquida in alcune aree del Pianeta Rossa nei momenti più caldi del giorno, e che la sostanza evaporerebbe in quel caso in fretta.