Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Scienza

Uno studio rivela perché alcune persone non si sono mai ammalate di Covid

Immagine di copertina

Trentasei persone, giovani e in buona salute, sono state intenzionalmente infettate con il virus SARS-CoV-2, direttamente inserito nelle loro narici attraverso una siringa. L’obiettivo era studiare in dettaglio la risposta del corpo umano a un patogeno sconosciuto. I risultati sono stati sorprendenti: si è scoperto perché alcune persone non si infettano, nemmeno in ambienti carichi di virus. In ogni epidemia o pandemia, c’è sempre qualcuno che ne esce indenne: non viene attaccato dal virus, non contrae la malattia e non mostra sintomi. Questi “superman” del Covid hanno attirato l’attenzione di ricercatori di tutto il mondo.

Un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati britannici dello University College di Londra e del Wellcome MRC Cambridge Stem Cell Institute, ha indagato i meccanismi che proteggono questi super-immuni. Lo studio, pubblicato su Nature, è stato condotto in collaborazione con diversi istituti, tra cui il The Netherlands Cancer Institute di Amsterdam, il Dipartimento di Malattie Infettive dell’Imperial College di Londra e la società hVivo. I ricercatori, coordinati dai professori Marko Z. Nikoli, Sarah A. Teichmann e Rik G. H. Lindeboom, hanno analizzato i dati ottenuti dai volontari dello studio UK COVID-19 Human Challenge, condotto dall’Imperial College di Londra.

Lo studio è stato avviato in un periodo di emergenza globale, senza vaccini e con la pandemia che causava migliaia di vittime ogni giorno (ad oggi, secondo dati ufficiali sottostimati, 8 milioni di persone sono decedute e circa 800.000 sono state infettate). I volontari hanno corso rischi notevoli. Sedici di loro sono stati seguiti per valutare la risposta all’esposizione virale a livello cellulare, analizzando la funzione delle cellule immunitarie tramite campioni di sangue e mucosa nasale. I risultati hanno mostrato che dopo l’esposizione al virus, sei volontari hanno sviluppato sintomi lievi, alcuni hanno avuto un’infezione transitoria e sette sono rimasti sempre negativi, nonostante avessero ricevuto il virus direttamente nel naso.

Cosa è successo nei super-immuni al Covid? È emersa una risposta immunitaria innata, fino ad allora sconosciuta, che ha eliminato il virus prima che potesse stabilizzarsi nella mucosa nasale. L’organismo ha espulso il patogeno senza attivare una risposta anticorpale. Gli scienziati hanno identificato un gene, HLA-DQA2, particolarmente presente nel sangue e nella mucosa nasale dei super-immuni. Studi precedenti avevano associato questo gene a infezioni Covid meno severe, suggerendo che il meccanismo governato da HLA-DQA2 protegge alcune persone dall’esposizione al virus. “Un’elevata espressione di HLA-DQA2 prima dell’inoculazione era associata alla prevenzione di infezioni prolungate – spiegano gli esperti – . Le cellule ciliate hanno mostrato risposte immunitarie multiple e sono state le più permissive per la replicazione virale, mentre le cellule T nasofaringee e i macrofagi sono stati infettati in modo non produttivo”.

Altri particolari sono emersi dal sequenziamento di migliaia di cellule. Nei protetti da Covid, si è osservato un numero ridotto di globuli bianchi infiammatori coinvolti nella distruzione delle particelle virali. In chi presentava sintomi, c’era una risposta immunitaria dell’interferone rapida nel sangue ma lenta nel naso, permettendo al virus di invadere la mucosa e scatenare i sintomi respiratori tipici. “Questi risultati gettano nuova luce sugli eventi iniziali cruciali che permettono al virus di stabilirsi o di essere eliminato prima che si sviluppino i sintomi – ha sottolineato Nikoli -. Ora abbiamo una comprensione molto maggiore delle risposte immunitarie, che potrebbe fornire una base per lo sviluppo di trattamenti e vaccini che imitano queste risposte protettive naturali”.

Ti potrebbe interessare
Scienza / “Abolite le incompatibilità”: la petizione online per gli specializzandi di Medicina
Scienza / Cina: la sonda Chang’e-6 riporta sulla Terra campioni della faccia nascosta della Luna
Scienza / Eclissi totale di Sole di oggi, 8 aprile 2024: orario, quando e come vederla dall’Italia
Ti potrebbe interessare
Scienza / “Abolite le incompatibilità”: la petizione online per gli specializzandi di Medicina
Scienza / Cina: la sonda Chang’e-6 riporta sulla Terra campioni della faccia nascosta della Luna
Scienza / Eclissi totale di Sole di oggi, 8 aprile 2024: orario, quando e come vederla dall’Italia
Scienza / Nuova scoperta su Marte, trovato uno strato di ghiaccio spesso 3,7 chilometri sotto alla superficie
Scienza / Eseguito a New York il primo trapianto di un intero occhio: “Progressi eccezionali”
Scienza / Euclid, l’universo mai visto nelle immagini del telescopio spaziale
Scienza / Ecco Calixcoca, il primo vaccino contro la dipendenza da cocaina e crack: come funziona
Scienza / Il Nobel per la Medicina a Karikó e Weissman: “Studi fondamentali per i vaccini mRNA contro il Covid”
Scienza / Studio italiano su tumori: codice a barre genetico traccia cellule cancro cervello
Scienza / Ancora vivi dopo 46mila anni: scienziati risvegliano vermi trovati nel permafrost siberiano