In che modo Spotify è riuscita ad avere 160 milioni di persone che “lavorano” gratuitamente
Spotify è la piattaforma di streaming musicale più utilizzata nel mondo, eppure ha ancora molti problemi tecnici. Ora la società vuole risolverli con l'aiuto (gratuito) degli utenti
Spotify è la piattaforma di streaming musicale più utilizzata nel mondo, con 160 milioni di utenti attivi, dei quali circa 70 milioni sono iscritti al servizio a pagamento.
Il motivo per cui la piattaforma ha avuto un tale successo è il fatto che offre un servizio di qualità, grazie al modello “freemium”, analizzato già dal 2008 dal direttore di Wired, Chris Anderson: alcuni servizi sono offerti gratuitamente perché, almeno in parte, finanziati dalla pubblicità, mentre gli altri servizi, con annesse le comodità del caso, sono a pagamento, perché la pubblicità da sola non basterebbe a coprirne i costi.
Ora, in vista della quotazione in Borsa dell’app, Spotify sta cercando di fare ordine negli ambiti in cui ancora riscontra dei problemi, come ad esempio i dati musicali: diritti, nomi di tracce, collaborazioni, tag, materiali senza licenza e collegamenti esterni.
E per farlo, sta arruolando tutti i suoi 160 milioni di utenti per suggerire modifiche e integrazioni dei metadati tramite una nuova funzione chiamata “Line-In”, e annunciata lunedì 12 marzo 2018.
“Utilizzando questo strumento, speriamo di capire meglio in che modo gli ascoltatori di Spotify interpretano la musica, così da migliorare le esperienze sia per gli ascoltatori che per gli artisti”, ha scritto la società in un post sul suo blog.
Le modifiche e le integrazioni ai dati musicali possono essere effettuate sia dagli utenti che pagano l’abbonamento, sia da quelli che utilizzano Spotify gratuitamente. E in questo modo la società guadagna il lavoro di circa 160 milioni di persone – utente più, utente meno – senza doverlo pagare.
Gli utenti di Spotify, a partire da metà marzo, sono chiamati a effettuare le modifiche tramite un’opzione sulla schermata dell’app: “Suggerisci una modifica”, che si trova accanto a ogni brano e a ogni album.
Facendo clic su di essa, si apre un modulo web in cui gli utenti possono consigliare le modifiche a una determinata categoria, come i tag o i generi.
Ovviamente, le modifiche degli utenti vengono inviate solamente sotto forma di proposta, e le persone non hanno la possibilità di cambiare effettivamente qualcosa nei dati musicali, prima che qualsiasi modifica venga approvata.
Ma per questo motivo, non è ancora chiaro in che modo l’azienda pianifichi di filtrare tutte le richieste delle modifiche che le persone inviano quotidianamente.
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In che modo Spotify è riuscita ad avere 160 milioni di persone che lavorano gratuitamente