In Cina sono state clonate due scimmie, presto potrebbe toccare all’uomo
L'esperimento è avvenuto a Shanghai presso l'Institute of Neuroscience della Chinese Academy of Sciences grazie alla tecnica della clonazione terapeutica di cellule staminali
Dopo 22 anni dalla clonazione del primo animale nella storia, la pecora scozzese Dolly, alcuni ricercatori cinesi hanno annunciato di aver clonato una scimmia.
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Questo avvenimento avvicina la possibilità della clonazione umana.
Le scimmie in questione sono due macachi di nome Hua Hua e Zhong Zhong che hanno tra le sei e le otto settimane.
Sono stati creati a Shanghai presso l’Institute of Neuroscience della Chinese Academy of Sciences (CAS) grazie alla tecnica della clonazione terapeutica di cellule staminali.
Fino ad oggi con questa tecnica erano stati clonati oltre 20 tipi differenti di animali, tra cui cani, maiali e gatti, ma mai dei primati.
Il professor Muming Poo, direttore dell’Institute of Neuroscience, ha dichiarato che la pratica in questione potrebbe essere usata per clonare un essere umano.
Indipendentemente dalla possibilità tecnica di clonare l’uomo, la ricerca si pone come obiettivo quello di creare una stirpe di scimmie modificate geneticamente a scopo di ricerca medica, senza prelevarle dalla natura.
“Solo gli Stati Uniti importano tra 30mila e 40mila scimmie ogni anno per le compagnie farmaceutiche” ha ricordato Poo, e “il loro patrimonio genetico è variabile, non identico, per cui si ha bisogno di uno sterminato numero di scimmie. Per ragioni etiche penso che avere scimmie clonate ridurrà di molto il numero di quelle usate per i test medici”.
I primati sono al momento usati in ricerche su malattie degenerative del cervello come il Parkinson, il cancro ed i problemi metabolici e immunitari.
William Ritchie, l’embriologo del Roslin Institute dell’università di Edimburgo che ha dato “vita” alla pecora Dolly, ha dichiarato che “il metodo usato per questi esperimenti è simile a quello utilizzato per clonare Dolly, ma con diversi aggiornamenti”.
Il processo prevede la rimozione del nucleo di un ovocita, sostituendolo con quello di un altro tipo di cellula.
“Abbiamo tentato diversi metodi ma solo uno ha funzionato dopo molti fallimenti”, le parole del capo del team cinese, il dottor Qiang Sun, direttore del Nonhuman Primate Research Facility della Chinese Academy of Sciences Institute of Neurosciences.
Ci sono voluti infatti 3 anni per completare la procedura e la tecnica è ancora ferma allo stato primordiale.
Darren Griffin, genetista della University of Kent, ha accolto con “cauto ottimismo” la ricerca, dicendosi comunque “molto impressionato da un punto di vista tecnico”.
“Un modello di primate che può essere generato con un patrimonio genetico noto ed uniforme sarà senza alcun dubbio utile alla ricerca per comprendere e curare malattie umane dove la genetica ha un ruolo chiave”, ha concluso Griffin.
Essendo le scimmie gli animali più biologicamente simili all’essere umano, la tecnica utilizzata per clonarle potrebbe essere praticata anche sull’uomo, ma gli scienziati avvertono che non ci sono buoni motivi per creare tali cloni e che sarebbe necessario rispondere a domande etiche e legali sulla ricerca prima di realizzarla.
E nonostante la questione della clonazione umana sia ancora solamente teorica, il Vaticano ha già dato la sua opinione, tramite le parole del cardinale Elio Sgreccia.
“Non c’è dubbio che il passaggio dalla prima pecora Dolly ad altri animali e ora persino alla scimmia, ovvero a un primate così vicino all’uomo, rappresenta un autentico attentato al futuro dell’intera umanità”, ha detto il religioso.
E ha continuato: “c’è il fortissimo rischio che la clonazione della scimmia possa essere considerato come il penultimo passo, prima di arrivare alla clonazione dell’uomo, evento che la Chiesa non potrà mai approvare”.
Ecco i video delle scimmie appena clonate:
Credit: Time Health
Credit: CBS