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“Abolite le incompatibilità”: la petizione online per gli specializzandi di Medicina

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Abolire le incompatibilità, che impediscono agli specializzandi di Medicina di svolgere attività lavorative esterne. Ma anche una vera e propria riforma delle Scuole di specializzazione, dove spesso si genera un conflitto di interessi tra chi forma e chi esamina, l’aumento delle borse di specializzazione e l’introduzione di un contratto di lavoro per gli specializzandi. Sono questi i punti chiave della petizione lanciata online su Change.org dalla dottoressa Gabriella Di Pietro, e che qui riprendiamo. I proponenti, lanciando la raccolta firme, si rivolgono così alla ministra del Miur Anna Maria Bernini:

Cari colleghi, cittadini, e rappresentanti delle istituzioni,

Da anni, migliaia di specializzandi di medicina sono costretti a subire un sistema che li priva di diritti fondamentali e li espone a forme di sfruttamento che non sono più tollerabili. Le incompatibilità che vietano agli specializzandi di svolgere attività lavorative al di fuori del percorso formativo in libera professione, rappresentano un abuso ormai insostenibile, soprattutto di fronte alla scarsità delle borse di studio, che non permettono a molti di condurre una vita dignitosa, specie in seguito alla ben nota inflazione. Basti pensare che con una borsa già gravemente esigua, gli specializzandi devono provvedere a pagare le tasse universitarie, l’Enpam, l’ordine dei medici e i propri commercialisti. In questo scenario le incompatibilità sono la beffa di un sistema fortemente scompensato. Questo sistema appare come un “vademecum” per affamare una categoria e legargli anche le mani al contempo per impedirgli di sostenersi economicamente. Questo fenomeno ha contribuito all’aumento enorme delle fughe all’estero per specializzarsi (dove spesso i medici che diventano specialisti non fanno ritorno in Italia) e al rifiuto delle borse di specializzazione, con uno sperpero ingiustificabile di risorse pubbliche.

A questo si aggiunge il conflitto di interessi presente nelle scuole di specializzazione: chi forma gli specializzandi è anche colui che li esamina. Questo genera spesso un clima di ricatto e subordinazione, in cui gli specializzandi si trovano spesso costretti a subire ingiustizie per non compromettere la propria carriera. Si tratta dello sfruttamento più becero che una categoria possa affrontare, perché colpisce la quotidianità lavorativa e il lato economico, con un impatto psicologico davvero importante.

Il sistema attuale non solo danneggia i medici in formazione, ma mette a rischio anche la qualità della futura classe medica.

Alla luce di questa situazione, chiediamo con forza:

1. La rimozione immediata e totale delle incompatibilità, che impediscono agli specializzandi di svolgere attività lavorative esterne, permettendo loro di integrare le borse con redditi più dignitosi.

2. L’eliminazione del conflitto di interessi tra chi forma e chi esamina, garantendo valutazioni imparziali e trasparenti, libere da pressioni e ricatti.

3. Un aumento delle borse di specializzazione, affinché possano garantire condizioni economiche adeguate e competitive, che riflettano l’importanza e la complessità del lavoro svolto dagli specializzandi.

4. L’introduzione di un contratto di lavoro per gli specializzandi, che garantisca loro diritti e tutele pari a quelli di altre categorie professionali. Questo è un passo essenziale per riconoscere il valore del loro contributo al sistema sanitario e per mettere fine allo sfruttamento sistematico cui sono sottoposti.

È ormai chiaro che il sistema attuale è insostenibile. La crescente tendenza ad abbandonare le borse di specializzazione o a cercare opportunità all’estero sta indebolendo la nostra sanità e disperdendo preziose risorse pubbliche. È tempo di una riforma seria e coraggiosa, che metta al centro la dignità e i diritti degli specializzandi, pilastri della sanità pubblica di domani.

Invitiamo tutti voi a firmare questa lettera per far sentire la nostra voce e per chiedere una riforma immediata e giusta. Solo insieme possiamo fermare questo sistema iniquo e costruire un futuro migliore per la medicina in Italia.

Cordialmente,

Dr.ssa Gabriella Di Pietro
Medico chirurgo in formazione

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