Sintomi, contagiosità e diffusione: ecco cosa sappiamo sul vaiolo delle scimmie
Che cosa è il Vaiolo delle scimmie: cosa sappiamo e quali sono i sintomi
È stato identificato in Italia il primo caso di vaiolo delle scimmie: si tratta di un giovane appena rientrato dalle Canarie ora ricoverato in “discrete condizioni” all’Istituto Spallanzani di Roma. Ecco cosa sappiamo di questo virus, quali sono i sintomi e come si diffonde.
Attualmente, oltre che in Italia, il vaiolo delle scimmie è stato segnalato nel Regno Unito, in Spagna e in Portogallo: sono circa una ventina i casi accertati fino a questo momento in tutta Europa.
Endemica in Africa occidentale, la malattia è assai rara e poco contagiosa secondo quanto comunicano gli esperti, i quali comunque stanno studiando il fenomeno per capire come si sia diffuso nel Vecchio Continente in un tempo così ristretto.
Contagiosità e diffusione
Appartenente alla famiglia degli orthopoxvirus, il virus può essere trasmesso per contatto o attraverso droplet, ovvero le goccioline respiratorie che si emettono starnutendo, tossendo o semplicemente parlando. Secondo gli esperti, tuttavia, la malattia è poco contagiosa tra gli umani.
Vaiolo delle scimmie: i sintomi
Il vaiolo delle scimmie, per il quale non esiste una cura, causa febbre, mialgia, linfoadenopatia ed eruzioni cutanea su mani e viso, simili alla varicella e alla malattie esentamiche. I sintomi, solitamente, scompaiono spontaneamente entro 14-21 giorni dall’inizio della malattia. Il virus può uccidere fino a un paziente su dieci contagiati.
Cosa sappiamo
Il virus è diventato endemico in Nigeria e nel Congo. Nel 2003 la malattia è stata rilevata anche negli Stati Uniti con un focolaio scoppiato in seguito all’importazione di roditori dall’Africa. I primi casi registrati nel Regno Unito, invece, risalgono al 2018 con tre persone contagiate dopo il viaggio di un uomo di ritorno dalla Nigeria.
Bassetti: “Niente panico”
“Niente panico, perchè questo è un virus che, a differenza del Covid-19, si trasmette in maniera più difficile. Ma attenzione e capacità di sfruttare quanto abbiamo imparato negli ultimi due anni in tema di igiene pubblica e condivisione delle informazioni”.
“È giusto vigilare e informare la popolazione – ha aggiunto l’esperto – Questo è un virus che colpiva solo uomini in contatto con le scimmie, ma oggi sembra diffondersi in alcune comunità specifiche e questo è legato, probabilmente, alla modalità di trasmissione e al contatto ravvicinato e prolungato. Bisogna vigilare, perché diffondendosi potrebbe mutare e diventare più contagioso”.