Aids, il vaccino italiano abbatte il 90 per cento del virus
I risultati della ricerca deIl'Istituto Superiore di Sanità aprono la strada a nuove terapie
L’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato i risultati di una ricerca durata otto anni sul vaccino terapeutico italiano Tat contro l’Hiv/Aids, somministrato a 92 pazienti in terapia antiretrovirale (cART).
La terapia secondo i dati è in grado di ridurre del 90 per cento dopo 8 anni dalla vaccinazione il “serbatoio di virus latente” e sembra aprire la porta a nuovi percorsi di guarigione.
Il virus infatti potrebbe essere tenuto sotto controllo senza ricorrere alla profilassi, almeno per un certo periodo. Il vaccino terapeutico infatti stimola il sistema immunitario a reagire all’infezione già contratta così da potenziare e in seguito sostituire la terapia farmacologica.
Hiv in Italia – Secondo i dati dell’Iss nel 2017 ci sono state 3.443 nuove diagnosi di infezione da Hiv. Il dato è in linea con quello degli altri Stati dell’Unione europea, ma c’è un altro dato che preoccupa gli esperti.
Il numero di infezioni infatti è aumentato tra i giovani, più precisamente nella fascia che va dai 25 ai 29 anni. La causa di questo incremento è da rintracciare nei rapporti sessuali non protetti, soprattutto tra i ragazzi.
Ad incidere negativamente sono anche le diagnosi tardive, che contribuiscono alla diffusione del virus Hiv e aumentano così il rischio di malattia. In Italia oltre il 70 per cento dei nuovi casi di infezione sono diagnosticati quando sono ormai ad uno stadio avanzato dell’infezione.
Ma c’è anche un altro dato preoccupante che emerge dalla ricerca dell’Iss: in Italia almeno 15mila persone sono infette senza saperlo e circa 6mila sono in uno stadio avanzato in cui le cure rischiano di essere ormai inutili.
Bisogna però dire che grazie alle terapie antiretrovirali esistenti la sopravvivenza di una persona sieropositiva è quasi pari a quella di una persona senza Hiv.
Hiv nel mondo – L’Hiv non è un problema che preoccupa solo l’Italia. Nel mondo il virus ha ucciso circa 35,4 milioni di persone dal 1981 e nel solo 2017 ci sono state 940mila vittime. Inoltre, gli esperti stimano che circa 9 milioni di persone non sappiano di essere sieropositivi.
Il Sud dell’Africa resta la parte del mondo maggiormente colpita dal virus dell’Hiv: nell’Africa sub-sahariana si stima che 7mila donne sotto i 24 anni contraggano il virus ogni settimana. Per le donne le probabilità di essere infettate sono il doppio rispetto agli uomini, soprattutto per la fascia d’età che va dai 15 ai 19 anni.