Cos’è la tubercolosi ed è vero che è “tornata a diffondersi” in Italia come dice Salvini?
“Purtroppo la tubercolosi è tornata a diffondersi”, ha detto il ministro dell’Interno Salvini, tornato a scagliarsi contro i migranti attraverso i social e questa volta i suoi messaggi sono diretti contro un immigrato fuggito dal centro di accoglienza di Sandrigo, in provincia di Vicenza.
Il leader della Lega ha ripreso le dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti.
“Immigrato malato e in fuga, forse inconsapevole della gravità della sua condizione. Quanti casi come questo? Purtroppo, la tubercolosi è tornata a diffondersi, gli italiani pagano i costi sociali e sanitari di anni di DISASTRI e di invasione senza regole e senza controlli. Dicevano che eravamo cattivi, allarmisti, pericolosi…
Ce l’ho messa e ce la metterò tutta per invertire la rotta”, ha scritto il ministro Salvini sui social.
Ma è davvero così? Come stanno realmente le cose?
Il presidente del Consiglio regionale del Roberto Ciambetti aveva condannato “l’incremento dei casi di Tbc e la diffusione di questa malattia gravissima tra immigrati ed extracomunitari”, con i numeri passati da 16 del 2015 ai 40 del 2018 e con “l’immigrato clandestino colpito da questa malattia che si è dato alla fuga diventando un potenziale veicolo infettivo”.
Le parole di Salvini e di Ciambetti non trovano riscontro, venendo smentite dalla Società italiana di Medicina delle migrazioni (Simm), che ha dichiarato che non esiste “alcuna epidemia di Tubercolosi legata ai migranti”.
“Abbiamo accertato che il servizio di igiene sanità pubblica dell’Ulss ha già avviato tutte le procedure del caso, avviando controlli specifici sulle persone che nei giorni scorsi sono state a contatto con questa persona”.
Anche la Prefettura smonta le parole del ministro dell’Interno sulla possibile epidemia di tubercolosi in Italia.
“Il protocollo è stato rispettato come da normativa, quindi sotto l’aspetto sanitario non c’è nulla da temere”, ha affermato il viceprefetto vicario di Vicenza, Lucio Parente.
“Allo stesso tempo abbiamo interessato tutte le forze di polizia, a cui abbiamo segnalato l’allontanamento dello straniero, che al momento risulta irreperibile e non sappiamo dove si trovi”.
Che cos’è la tubercolosi
La tubercolosi è una malattia contagiosa che si trasmette attraverso un batterio, il Mycobacterium tuberculosis. Il contagio da un individuo che ne è affetto può avvenire tramite saliva, starnuto o colpo di tosse e bastano pochi bacilli per trasmettere l’infezione.
Non tutte le persone contagiate dai batteri della Tb si ammalano subito dal momento che il batterio può rimanere quiescente per anni, pronto a sviluppare la malattia al primo abbassamento delle difese immunitarie.
Un soggetto malato, se non si sottopone a cure adeguate può infettare, nell’arco di un anno, una media di 10-15 persone.
Nonostante sia una malattia prevenibile e curabile, la Tb costituisce oggi una delle emergenze sanitarie più drammatiche, tanto da essere stata dichiarata emergenza globale nel 1993 dall’Oms.
I sintomi della tubercolosi
I sintomi della Tb sono tosse, perdita di peso, dolore toracico, febbre e sudorazioni. La tosse può essere accompagnata da tracce di sangue.
Il test che si usa per diagnosticare tale malattia è il test di Mantoux, che si esegue inoculando nella cute del braccio una sostanza, la tubercolina.
Le cure
La tubercolosi si tratta con antibiotici, in particolare di isoniazide, rifampicina, etambutolo (o streptomicina) e pirazinamide per due mesi. Nei successivi 4-6 mesi, la terapia prosegue con due farmaci in associazione, ad esempio di isoniazide e etambutolo.
La tubercolosi è una malattia fortemente associata alle condizioni in cui vivono le persone. L’abbassamento delle difese immunitarie, infatti, può dipendere dal fatto di vivere in condizioni igieniche molto scarse e di soffrire di uno stato di malnutrizione e cattive condizioni generali di salute.
La diffusione della tubercolosi in Italia
I dati più recenti relativi all’Italia si trovano nel dossier “Tuberculosis surveillance and monitoring in Europe 2018”. Secondo tali dati l’Italia rientra tra i paesi a bassa incidenza di malattia, con 20 casi ogni 100mila. Nel 2016, ultimo anno di cui si hanno dati ufficiali, si sono verificati 4.032 casi di tubercolosi.
Dal 2012 al 2016 in Italia il tasso di notifica di tb è diminuito in media del 1,8 per cento all’anno.
Il 62 per cento dei casi totali notificati si è verificato in persone di origine straniera. Il numero stimato di decessi è stato pari a 330.