Orgasmo femminile e squirting: tutto quello che avreste sempre voluto sapere
Con l'esperto e psicoterapeuta Fabrizio Quattrini, TPI ha fatto chiarezza su falsi miti e convinzioni in tema di piacere femminile
“Intorno allo squirting e all’orgasmo femminile ruotano una serie di convinzioni, falsi miti e credenze che nel tempo sono stati alimentati da un’ignoranza culturale di fondo della nostra società. Il piacere femminile si differenzia da quello maschile per una moltitudine di aspetti, ma attualmente la principale preoccupazione sembra essere quella di utilizzare lo squirting come mezzo di affermazione del potere dell’uomo sulla donna”.
A parlare è Fabrizio Quattrini, psicoterapeuta, sessuologo clinico e docente di Clinica delle Parafilie e della Devianza presso l’università degli Studi de L’Aquila, di Psicologia della Famiglia presso l’università “LUdeS” di Lugano, nonché fondatore dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica (IISS) di Roma.
All’IISS è attualmente in corso uno studio sul vissuto delle donne squirter per estrarre dati importanti da rivelare sul tema.
Il dottor Quattrini ha spiegato a TPI perché c’è ancora così poca conoscenza dell’orgasmo femminile e come lo squirting sia un fenomeno oggi pericolosamente utilizzato come ennesimo simbolo di sessismo.
Che cos’è l’orgasmo femminile
Se per l’uomo l’orgasmo è più facile da definire, essendo legato ad una verificabile risposta eiaculatoria, nella donna ha invece mille sfaccettature.
“L’orgasmo femminile è legato a delle contrazioni involontarie del terzo esterno della vagina, che oscillano tra gli 8 e i 12 secondi, come fase finale della risposta sessuale”, spiega Quattrini.
“La nostra società ha frainteso alcune cose sul tema dell’orgasmo. La risposta fisiologica al piacere è una, ma nella donna le sensazioni e i vissuti orgasmici sono molteplici. Si può tracciare una differenza legata alle vie di accesso all’orgasmo”. Queste ultime sono:
- Orgasmo vaginale
- Orgasmo clitorideo
- Orgasmo anale
- Orgasmo non-genitale, che avviene tramite la stimolazione di parti non erogene
Le vie di accesso non sono differenti orgasmi, ma possibilità di vivere quella risposta orgasmica in maniera differenziata.
“Se c’è una stimolazione diretta del clitoride è chiaro che si avrà un orgasmo legato a quella via di accesso, se invece si ha un rapporto penetrativo si avrà un’altra sensazione, ma l’orgasmo è sempre quello”, prosegue il sessuologo.
“Nel tempo le donne si sono incastrate dicendo ‘io sono clitoridea’ , ‘io non sono vaginale’, come se gli mancassero dei pezzi, ma non è così: l’orgasmo è sempre raggiunto, quello che manca forse è un lasciarsi andare a diversi livelli e vie d’accesso che permetta di amplificare la risposta orgasmica”.
Le donne hanno maggiore difficoltà a provare l’orgasmo
“Questa problematica è legata alla cultura di appartenenza, all’educazione sessuale spesso mai ricevuta, e a una difficile consapevolezza del sé corporeo. Tutti elementi che impediscono alla donna di vivere a 360 gradi la risposta sessuale”.
La mancanza di una regolamentazione giuridica in materia di educazione alla sessualità non consente a uomini e donne di abbattere dei tabù nella società.
“A livello clinico”, prosegue Quattrini, “vedo molte donne che hanno paura di guardarsi e riconoscersi per come sono fatte, non hanno mai vissuto l’aspetto auto-erotico. Ciò si traduce in una difficoltà a provare l’esperienza orgasmica, non riconoscendo un certo tipo di piacere, oppure ingannando anche l’uomo e facendogli credere di aver raggiunto chissà quale piacere quando ciò non è avvenuto”, spiega ancora il sessuologo.
Lo squirting
Sul fenomeno dello squirting l’interesse della scienza, della psicologia, della sociologia e della medicina sta progressivamente aumentando. Proprio su questa materia, e su ciò che concerne il piacere femminile e il benessere della donna a 360 gradi, è attualmente in corso un progetto di ricerca presso l’Università di Tor Vergata diretto dal Prof. Jannini.
Le ricerche in merito sono ancora del tutto sperimentali e le conferme di alcune teorie verranno rese noto solo alla pubblicazione dell’intero percorso.
Per questo motivo, le informazioni sono ancora imprecise e soggette a future possibili correzioni.
Durante un seminario dal titolo “Liquidi d’amore: Orgasmo femminile e Squirting”, organizzato da IISS Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica sono emerse alcune interessanti specifiche sul tema dello squirting:
Esistono diversi liquidi, definiti per comodità “liquidi d’amore”, che aiutano a comprendere la complessità del piacere femminile:
- Trasudato vaginale, quello che volgarmente viene definito il “bagnarsi”
- Squirting, espulsione orgasmica di urine diluite
- Eiaculato femminile, inteso come il fluido biancastro prodotto dalla “prostata femminile” in quantità minore rispetto al maschio e dall’aspetto lattescente.
Il liquido dello squirting non è ancora del tutto conosciuto nella sua composizione, per ora si sa che è inodore, incolore, non lascia aloni sui tessuti e attualmente viene identificato come una “forma molto diluita di urina”.
I getti dello squirting non sono sempre uguali, esistono infatti diverse modalità: “Lo Squirting, dunque lo zampillare, il dribbling, volgarmente inteso come ‘gocciolamento’ e infine lo squirting debole”, è stato detto durante il seminario.
“Bisogna premettere che tutto è ancora in fase di ricerca soprattutto da un punto di vista biochimico”, specifica il dottor Quattrini.
“Il liquido dello squirting è un qualcosa di molto complesso che potrebbe avere molto a che fare con le urine. Si tratterebbe di residui legati al livello vescicale, che attraverso contrazioni vengono rilasciati con un’espulsione. Ma lo squirting potrebbe essere anche quello che viene identificato come eiaculato femminile, prodotto durante la fase orgasmica da ghiandole prostatiche simili a quelle maschili, che in alcune donne sono maggiormente evidenti”.
“Non tutte le donne squirtano, e questo probabilmente dipende anche dall’intensità con cui si vive il rapporto sessuale”, spiega Quattrini.
Come si raggiunge?
Si tratta di un’esperienza che non sempre si presenta in concomitanza dell’orgasmo. La capacità di raggiungerlo dipende da diversi fattori:
- Capacità di perdere completamente il controllo, completo rilascio della muscolatura.
- Ottima intesa con il partner.
- Stimolazione dell’area CUV (Clitoride, Uretra e parete Vaginale anteriore costituiscono una dimensione complessa che varia da donna a donna e se stimolata genera piacere).
“Se una donna si lasciasse veramente andare potrebbe avere delle contrazioni molto intense, alcune molto più forti rispetto ad altre, contrazioni che portano fuori quei liquidi”, tiene a precisare il dottor Quattrini.
“Lo squirting è diventato spettacolarizzazione dell’orgasmo femminile, un modo per dire ‘sei normale, sei giusta, sei sbagliata’. Sono convinto che la potenzialità ce l’hanno tutte le donne, ma l’esperienza da privilegiare è l’orgasmo”, dice il sessuologo.
Per concludere il dottor Quattrini fa appello all’importanza di una sessualità vissuta in modo sereno: “Non bisogna andare alla ricerca di qualcosa in modo forzato, per esibirlo o raggiungerlo come status, anche perché può non appartenere alla costituzione di determinate donne. La ricerca su questo è ancora in fase sperimentale.
Ciò che conta è vivere serenamente l’esperienza sessuale, bisogna rendersi conto che l’orgasmo è quello che la donna deve concedersi anche in modo egoistico, inteso cioè come possibilità di lasciarsi andare.”