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Home » Salute

52 donne malate di tumore sfilano al teatro di Vercelli

Immagine di copertina
Dietro le quinte della sfilata. Credit: Facebook/Lilt Vercelli

La sfilata di 52 donne malate di cancro: standing ovation al teatro di Vercelli

Tutto esaurito al teatro di Vercelli per una sfilata speciale: quella di 52 donne malate di tumore. A pensare all’evento è stata Silvia Bisconti, la fondatrice del marchio Raptus&Rose, che, insieme all’associazione Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) della cittadina piemontese, ha messo a punto una sfilata in cui a salire in passerella erano delle pazienti al termine di un percorso terapeutico.

Come si legge sul Buone Notizie – inserto del Corriere della Sera – l’obiettivo dell’evento è “diffondere il messaggio che la malattia non debba essere un ostacolo alla ricerca della bellezza: la sfilata diventa un’esperienza terapeutica che avvia un percorso di consapevolezza di ciò che si può essere e si può fare”, afferma Bisconti, che parla di “un’esperienza straordinaria”.

Un’esperienza che insegna che “l’Amore per se stessi deve essere tutelato soprattutto nella fragilità della malattia”. Ma come nasce quest’idea?”Dal desiderio di far vivere alle donne seguite dalle associazioni oncologiche un’esperienza per migliorare la loro qualità di vita”, spiega ancora l’ideatrice della sfilata. “È un evento che diventa un gesto di cura, che coinvolge le pazienti ma anche il personale sanitario che quotidianamente è impegnato nella cura della patologia tumorale”.

La sfilata è stata in grado di compiere un’impresa davvero ardua per chi si trova a vivere un percorso terapeutico come quello affrontato dalle 52 modelle: si smette di vedersi e sentirsi malate.

“Arrivano al giorno della sfilata che sono diventate un gruppo davvero coeso, molto preparate e molto positive, perché nascono rapporti di amicizia veri, che sconfiggono la solitudine di questa malattia spesso porta. L’apoteosi del percorso che facciamo è proprio la giornata stessa della sfilata. Le donne passano da una situazione di femminilità molto ‘bruciata’, con i capelli caduti, un seno magari asportato e tutta una serie di problemi collaterali come gonfiore, stanchezza, sofferenza a una realtà opposta”, continua Bisconti.

Si torna a sentirsi donne, belle, splendenti: “Le prendiamo, le trucchiamo, mettiamo i turbanti con i fiori, fanno le prove degli abiti… Si vedono via via diventare veramente magnifiche ed è come se rinascessero. Arrivano magari vestite con la tuta, con le spalle un po’ chiuse quasi a nascondersi, a proteggersi, ma quando sono truccate, pettinate e vestite si aprono: il mento va in su, le spalle si allargano, prendono un portamento sicuro, regale!» Questa sicurezza non viene dimenticata e la portano via con sé”.

Ma quella al teatro di Vercelli non è la prima sfilata. È ormai dal 2016 che Silvia Bisconti, insieme all’Associazione Oncologica San Bassiano di Bassano del Grappa, progetta sfilate di moda con pazienti malate di tumore.

“Ho visto quanto hanno fatto bene e ho voluto portare la stessa cosa qui a Vercelli e mi piacerebbe poter continuare a farlo anche in futuro, perché mi sono accorta di quanto sia una cosa importante. Le cure fanno tanto, ma se non c’è un supporto psicologico altrettanto forte, un legame di amicizia altrettanto forte, spesso non bastano”, ha affermato la dottoressa Loretta Caliman, medico in pensione, che aveva partecipato alla prima sfilata a Bassano del Grappa.

Come spiega la dottoressa, convincere le donne a sfilare in passerella non è stato difficile: “Abbiamo iniziato a contattarle circa un anno fa, riuscendo a raggrupparle abbastanza in fretta da tutta la provincia di Vercelli. Molte le abbiamo raggiunte grazie a mio marito, Domenico Manachino, che è oncologo e si occupa del Centro accoglienza e servizi, fornendo una prima diagnosi e indirizzando le varie situazioni nei diversi ospedali e istituti di cura. Altre donne invece sono state raggiunte dalle fiduciarie della Lilt, che sono molto immerse nel territorio e hanno un contatto diretto con le persone, tramite piccoli incontri di prevenzione. Alcune invece sono mie ex colleghe, medici e infermiere, che hanno avuto il cancro, e hanno tutte aderito con gioia”.

Una sfilata che non è solo una sfilata, è un modo per ricominciare a vivere: “Ho visto queste donne molto più sorridenti, più contente”, aggiunge la dottoressa. «Il giorno della sfilata una di loro era appena uscita dall’ospedale, ma aveva un desiderio talmente forte di poter partecipare, che, pur di vederla salire su quel palco, abbiamo fatto in modo che arrivasse il più tardi possibile perché non si stancasse troppo e pensavamo poi di riaccompagnarla subito a casa appena finita la sfilata. Invece, era talmente contenta e serena per quello che aveva fatto che si è fermata per tutto il buffet organizzato in loro onore”.

Il momento più intenso dell’evento c’è stato al termine della sfilata, quando tutte e 52 le modelle sono scese tra il pubblico: “In quel momento l’intera sala era in piedi ad applaudirle. Non era solo gioia, era rispetto per chi ha combattuto con tenacia fino alla fine”.

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