Covid, Schillaci avverte: “Se aumentano i contagi tornano le mascherine. Per ora nessun allarme dalla Cina”
Dopo la circolare emanata dal Ministero della Salute “Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23” che mette in guardia il Paese in vista di “un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SarsCoV2”, il ministro Orazio Schillaci ha voluto tranquillizzare i cittadini.
“Finora siamo assolutamente tranquilli perché tutti i casi campionati dimostrano che sono tutte varianti di Omicron già presenti sul territorio nazionale”, ha detto, facendo notare come i dati settimanali dell’Iss dimostrino una diminuzione dei nuovi casi e anche del numero di pazienti ospedalizzati o in terapia intensiva.
Nel Paese si guarda con attenzione all’aumento dei contagi in Cina e in particolare alla variante Gryphon, ma al momento non c’è da preoccuparsi. “Stiamo seguendo il bollettino settimanale dell’Iss – ha spiegato Schillaci – quindi seguiamo l’incidenza e i dati, laddove aumenti l’incidenza consiglieremo al chiuso l’impiego della mascherina. Ma oggi non siamo in questa situazione”.
Qualora il contagio dovesse diffondersi nuovamente con capillarità, come ai tempo del primo lockdown, la circolare del ministero ha ipotizzato il ritorno delle mascherine al chiuso, oltre che dello smart working per i dipendenti pubblici e il divieto di fare assembramenti.
Prevista inoltre una intensificazione delle quarte dosi di vaccino anti-Covid e di una dose aggiuntiva per alcune categorie a rischio. Non si tratterebbe però di obblighi: “Siamo per consigliare – ha specificato il ministro – puntiamo sulla responsabilità dei cittadini. Spero non ci sia più una situazione come quella di 3 anni fa, grazie ai vaccini siamo in una situazione completamente diversa”.
Al 4 dicembre c’è stato un aumento di casi del 4% rispetto alla settimana precedente, mentre il tasso di mortalità ha continuato a diminuire: entrambi gli indicatori di occupazione in area medica e in terapia intensiva rimangono attualmente stabili.