Sandro Lombardi, presidente Anifa “È tempo di ricominciare a prendersi cura del proprio udito”
Sandro Lombardi, presidente Anifa, si appella a cittadini e istituzioni
“È tempo di tornare a prendersi cura di sé stessi partendo dalla prevenzione, è il momento di preoccuparsi del proprio udito”. Sandro Lombardi, Presidente di Anifa l’associazione di Confindustria Dispositivi Medici che rappresenta le imprese di protesi acustiche, lancia un appello a cittadini e istituzioni.
Ai cittadini, perché il problema della ipoacusia è ancora sottovalutato da molti nonostante i difficilissimi mesi della pandemia abbiano (e stanno ancora) insegnato che l’udito è un bene prezioso e fondamentale. Poche cose, infatti, ci isolano dal mondo come il ‘sentire male’. Ma un appello anche alle istituzioni perché eliminino gli ostacoli ancora presenti per una corretta politica di prevenzione e di rimozione degli ostacoli burocratici.
“Il peggio sembra passato, incrociando le dita – afferma Lombardi – ora è tempo di tornare alla prevenzione. Nei mesi di lockdown i centri acustici e le aziende di distribuzione non hanno mai avuto l’obbligo di chiudere e hanno continuato a lavorare. Per molte persone anziane si sono rivelate degli elementi fondamentali di inclusione sociale, tra i pochi ad alleviare in qualche modo la solitudine e l’isolamento di tante persone. Ancora più importante è permettere a una persona che soffre di ipoacusia di poter seguire una conversazione, di ‘sentire’ davvero anche l’affetto dei propri cari. Ora è il momento di tornare a prevenire questi problemi, con visite ad hoc e non solo.
Ma restano ancora troppi ostacoli al cittadino. Perché c’è la necessità di vedersi riconosciuta una invalidità e quindi dover affrontare una procedura specifica con il medico di base, certamente ancora complessa. Prima la visita specialistica dall’otorino per una audiometria oggettiva, poi il certificato, poi di nuovo un passaggio con la Azienda Sanitaria di riferimento e infine l’ultimo passaggio con l’audioprotesista e il collaudo definitivo. Tenendo conto di quanti ritardi ha accumulato il Servizio Sanitario Nazionale, è importante sottolineare un fatto: dove invece si può immediatamente intervenire è sulla procedura dei rinnovi. Ovvero, dopo 5 anni dalla prima invalidità e di vita media dell’apparecchio acustico, si può evitare tutto questo lungo percorso e ottenere un rinnovo immediato. Perché continuare a tartassare di procedure un paziente, specialmente in questa fase storica, quando comunque la situazione di ipoacusia può essere solo peggiorata?
A quel punto si va da un otorino, si fa un esame audiometrico e in automatico si può riavere l’apparecchio. Solo la Regione Abruzzo, ad oggi, ha deciso che questa via può essere percorsa. Un po’ poco. Perché le altre regioni non lo fanno? Una volta che il paziente ha fatto tutto diamogli la possibilità di un rinnovo semplice e immediato. Si può fare”, conclude Lombardi.