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Home » Salute

L’esistenza del punto G è solo una leggenda?

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Secondo la maggior parte degli scienziati in realtà non esiste, poiché all'interno della vagina nessun punto è più erogeno di altri, ma molti pensano che stimolare questa zona possa portare a orgasmi profondi e piacevolissimi

Da decenni le donne (e gli uomini) di tutto il mondo si interrogano su dove sia il famigerato punto G, il segreto dell’orgasmo femminile.

Conosciuto anche come punto Gräfenberg, dal nome di colui che ne parlò per primo, sarebbe un punto molto sensibile che si trova nella parete anteriore della vagina.

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Ma secondo la maggior parte degli scienziati in realtà non esiste. Si tratterebbe quindi solo di una leggenda.

Una nuova ricerca di Durex ha svelato che la domanda “dove è il punto G” è la frase relativa al sesso più ricercata su Google dagli adulti tra i 18 e i 65 anni.

Molti studi scientifici sostengono che il punto G sia un mito, dal momento che nessuna zona della vagina ha una maggiore concentrazione di nervi rispetto alle altre.

Cerchiamo di fare chiarezza su una delle questioni relative al sesso più discusse e ancora avvolte da un velo di mistero.

Cos’è il punto G?

Il suo nome deriva appunto da Gräfenberg, un ginecologo tedesco che lo ha descritto per la prima volta negli anni ’50, anche se si parlava di una zona particolarmente erogena all’interno della vagina già dall’antichità.

“Gli scienziati discutono sul fatto che il punto G esista come una vera e propria struttura anatomica: molti pensano che ciò che viene descritto come punto G possa essere effettivamente una parte interna del clitoride, mentre altri ritengono che sia semplicemente un luogo sessualmente sensibile per molte donne”, ha dichiarato la sessuologa Alix Fox all’Huffington Post.

LEGGI ANCHE: Alcuni miti da sfatare sull’orgasmo femminile

“Quello che sappiamo con certezza è che stimolare questa zona può portare a orgasmi profondi e piacevolissimi”.

Annabelle Knight, anche lei sessuologa, è tra coloro che contestano il fatto che il punto G non esista. “Ci sono stati studi che mettono in discussione la sua esistenza. Non tutte le donne hanno un punto G, ma circa il 60 per cento di loro ce l’ha”, ha spiegato.

Un recente studio apparso sulla rivista scientifica Nature, sostiene che non esiste un unico punto G, ma che vi sia un’area più estesa e complessa da cui dipende il piacere sessuale di una donna.

Dov’è il punto G?

Anche se non tutti sono concordi su dove si trovi, molti sostengono che la zona di maggiore sensibilità all’interno della vagina sia la parete anteriore, quella più vicina alla pancia.

Il punto G si troverebbe presumibilmente tra i 5 e gli 8 cm all’interno della vagina, sulla parete anteriore o superiore.

“L’area sporge leggermente, ma solo quando le ghiandule che circondano il tubo uretrale si gonfiano”, ha dichiarato un’altra sessuologa, Tracey Cox, all’Huffington Post. Tuttavia, ha sottolineato, questa zona sensibile varia nella posizione da donna a donna.

LEGGI ANCHE: Il nostro cervello durante un orgasmo, spiegato seriamente

Ogni donna dovrebbe individuare il proprio punto G attraverso un’autostimolazione o attraverso la stimolazione da parte del partner.

Questo particolare punto anatomico, che si trova tra l’apertura della vagina e la cervice uterina, ha una superficie ruvida ed è leggermente sporgente.

Come si stimola il punto G?

È meglio tentare di stimolare tutta la parete vaginale piuttosto che cercare un punto specifico che potrebbe non esistere.

Alcuni uomini hanno una leggera curva nel loro pene quando è in erezione e questo può aiutare quando si cerca di stimolare la parete vaginale anteriore.

Il piacere provato dalla stimolazione del punto G,  di elevata sensibilità erogena, può essere influenzato anche dai cambiamenti ormonali, che aumentano o diminuiscono il livello di sensibilità o eccitazione.

Se la stimolazione viene effettuata nel modo giusto, l’utero comincia a contrarsi fino a produrre un orgasmo accompagnato alla produzione di un liquido di colore chiaro, simile a quello maschile.

Si tratta propriamente del liquido prodotto da quella che possiamo definire come la prostata femminile, ossia il tessuto spugnoso situato all’interno della vagina che rilascia la sostanza nel momento di massima eccitazione, la cosiddetta eiaculazione femminile.

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