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Home » Salute

Le patatine fritte curano la calvizie, lo dice la scienza

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Lo studio di una università giapponese dimostra come una componente chimica utilizzata per friggere le patate sia miracolosa per contrastare la perdita di capelli

Ebbene sì, le patatine fritte curano la calvizie. È tutto vero e a dirlo è la scienza. Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato che c’è una componente chimica utilizzata per preparare il più classico dei cibi da fasfood miracolosa per contrastare la perdita di capelli.

Insomma, il grande incubo del “cibo grasso ” del fast food diventa la soluzione per il grande incubo della calvizie. A scoprilo sono stati gli scienziati della Yokohama National University, che, in un loro studio, hanno dimostrato come una componente presente nell’olio di frittura delle patate, il dimetilpolisilossano, sia un agente miracoloso per chi perde capelli. Pare che l’agente in questione consenta una maggiore stabilità termica e agisca come antischiuma.

Junji Fukuda, l’autore della fenomenale scoperta, si dice ottimista sui risultati che la ricerca potrebbe dare sull’uomo: “Il metodo è molto semplice, è un metodo robusto e promettente. Speriamo che questa tecnica riuscirà a migliorare la terapia rigenerativa dei capelli umani utilizzata per trattare calvizie come l’alopecia androgenetica”.

L’alopecia androgenetica non è altro che la calvizie che colpisce tantissime persone. Secondo i dati, sarebbe il 70 per cento degli uomini ad essere affetto da questo tipo di calvizie e il 40 per cento delle donne.

Per arrivare a questo risultato, gli scienziati dell’ateneo giapponese hanno reso calvi i topi utilizzati per l’esperimento. Poi i ricercatori hanno iniettato la famosa componente chimica negli animali da laboratorio e hanno esaminato come il dimetilpolisilossano riuscisse a incoraggiare la produzione di oltre 5mila germi del follicolo pilifero. Quindi, di conseguenza, anche 5mila nuovi peli. Così il dimetilpolisilossano  combatte la calvizie.

Gli anni di ricerche che abbiamo alle spalle dimostrano (quasi sempre) che quello che funziona sui topi funziona anche sugli umani. Dunque non ci resta che aspettare un prodotto a base di “olio fritto”. O, in alternativa, ingozzarci di patatine. Poteva andare peggio!

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