L’architetta della Cosmesi
Disegna la cosmetica del futuro tra paradigmi di efficacia, sicurezza e sostenibilità
“Esporto bellezza dal Friuli Venezia Giulia nel mondo… ”, le sue parole suonano come una dichiarazione diplomatica, nel contesto di una missione internazionale. Sono quelle di Raffaella Gregoris, fondatrice di Bakel, marchio di skincare, che ci accolgono al telefono nel corso di una chiacchierata/intervista che avviene sulla A4, mentre raggiunge Milano, dove hanno sede gli uffici di rappresentanza.
“Divido la mia vita tra Udine, Milano e da qualche mese tra Parigi e gli Stati Uniti, i nuovi mercati nei quali stiamo investendo, e dove, come oltreoceano, abbiamo aperto la Bakel Corp.” Il tono é scattante, veloce, diretto, come la cultura friulana con la quale Gregoris è cresciuta. Un approccio mentale schematico, preciso, frutto della formazione in cui si fa protagonista la chimica “la grande passione, dopo i figli” – come dichiarò nel corso della premiazione del Marie Claire Prix de l’Excellence 2017, davanti ad un parterre di media internazionali, i più prestigiosi della stampa di settore.
BAKEL – in portafoglio a Culti Milano dal 2019, società quotata al segmento Euronext Growth Milan – è l’acronimo di Beauty and Key Elements, un vero pioniere del clean beauty, ovvero della bellezza pulita senza compromessi, in cui vengono eliminati tutti gli ingredienti inutili nella cura della pelle. Un esempio? Il profumo.
Raffaella Gregoris è riconosciuta per essere una referenza nell’imprenditoria internazionale che incentra il suo lavoro in una cosmesi efficace e minimalista. Nessun compresso per realizzare qualcosa che non sia nel percorso di ricerca e di studi che l’accompagna.
“La ricerca sai quando inizia, ma non sai mai quando e dove giungi a destinazione” – sospira Raffaella Gregoris a cui le si riconosce il merito di esser l’architetta della cosmetica del futuro, con un disegno ben chiaro in testa e anche nel cuore, quello di realizzare sempre una cosmetica efficace, sicura e sostenibile.
“Non seguo le mode, quando penso ad un nuovo prodotto, rifletto esclusivamente ai bisogni e alle necessità della pelle, cerco di studiare soluzioni che possano il più possibile rallentare l’invecchiamento, combattendo il meccanismo che ne è responsabile. E’ vero che una ruga è bella, se portata con naturalezza, se accettata, se è spontanea. Questo vale per donne e uomini. Che devono imparare ad accettarsi ad avere una consapevolezza del tempo che passa con stile e spensieratezza.” – I suoi toni si fanno più morbidi, come se volesse entrare nella psiche delle persone che stravolgono il loro aspetto, per paura di invecchiare.
“Bakel è stato uno dei primi marchi in cosmetica a parlare di consapevolezza, BE(auty) Conscious, quasi un imperativo, che richiama all’accettazione. Abbiamo per primi parlato di inclusione attraverso una campagna di comunicazione in cosmesi, dove i volti di donna venivano avvicinati a quelli di uomini, di età e provenienza etnica diversa. Consapevolezza di ciò che siamo, senza inseguire modelli, a volte filtrati che non corrispondono alla vita reale”. – Si sofferma con un’attenzione, quando rivendica il valore dell’inclusività, come ad esser zelante nell’ argomentare dettagli sensibili con una coscienza contemporanea che farebbe invidia a qualsiasi politico del momento.
Riconosciuta per essere un esempio di imprenditore che dialoga con il pubblico, Gregoris collabora con prestigiose università, luoghi in cui la ricerca e lo studio trovano progetti per sperimentare nuovi confini.
“Gli ultimi 7 anni della mia vita si sono dedicati tanto allo studio, ne è nato BAKEL® 3 D TECHNOLOGY, progetto innovativo, coperto da 5 brevetti, nato da una collaborazione con il Consorzio Futuro in Ricerca dell’Università di Ferrara, l’Università di Ferrara, il Professor Stefano Manfredini, il Professore Associato Silvia Vetruani, l’Università di Padova Professore Associato Martina Roso” – nello scandire i nomi la voce diventa fiera e trionfante, piena di orgoglio, come se fosse la capitana di una formazione sportiva.
“La ricerca è vita e quando si vive con la ricerca vi è il rispetto degli equilibri di squadra. Si vince e si perde tutti insieme. Un lavoro di squadra con competenze complementari in campo, fondato sullo sviluppo di approcci innovativi capaci di trasformare un’ invenzione in un’applicazione. Con BAKEL® 3D-TECHNOLOGY, abbiamo dato vita ad una formulazione di nuova concezione. Per la prima volta, sono state applicate tecnologie di trasformazione per realizzare un reticolo tridimensionale solido in cui la forma è anche la sostanza cosmetica. Micronastri di acido ialuronico (HA) – un ingrediente noto, con un’efficacia dimostrata da studi scientificamente condotti, in grado di garantire idratazione e risultati nel turgore della pelle, con una conseguente riduzione di spessore e profondità delle rughe, realizzati, grazie a un processo che sfrutta la polarizzazione delle molecole, che vengono assemblati in reticolo tridimensionale solido che si scioglie a contatto con l’umidità della pelle.” – La voce è tornata chiara, rapida, assoluta, come se stesse dettando e trascrivendo gli elementi di una nuova formula chimica sulla lavagna di laboratorio.
“Ma la vera innovazione di questo cosmetico è nella gestualità del consumatore finale, nel cambio del rituale di bellezza che, con un solo gesto di pochi secondi, permette al cosmetico applicato, sul viso precedentemente inumidito, di essere totalmente assorbito, garantendo alla pelle un quantitativo di acido ialuronico superiore a 20 volte un cosmetico tradizionale. È Il cosmetico che disegna le nuove abitudini, divenendo sempre più efficace, sostenibile e sicuro. La sicurezza è un elemento che non ho mai trascurato e che è tornato alla ribalta negli ultimi anni, nel corso della Pandemia: è necessario realizzare una cosmetica nel rispetto di un ambiente che si connota di condizioni di sterilità, prive di qualsiasi tipo di contaminazione” – La chiarezza delle sue parole tocca gli animi. Vince la prova di convinzione, quando sottolinea che il prodotto deve essere isolato da qualsiasi agente esterno, capace di ostacolare l’efficacia del cosmetico.
“Nel mio lavoro, mi sta molto a cuore l’attenzione per l’ambiente. Dopo gli investimenti di R&D (Research & Development ndr) i grandi sforzi sono impiegati per la ricerca di packaging sempre più leggeri, meno invadenti, meno inquinanti. Carte ricercate, ma tutte riciclabili e provenienti da riciclate, QR cod, Refill monomateriale. A costo di essere poco glamour e tanta sostanza. Abbiamo la consapevolezza che dobbiamo impegnarci per rispettare le esigenze di questo pianeta” – Questa donna, ricercatrice, madre di tre figli più si rivela e più sembra che l’etica venga prima del business per l’imprenditrice friulana, in grado di guadagnare nel team aziendale un affettuoso encomio di imprenditrice ideale, la cui perfezione sfuma, se non fosse protagonista di ripetuti gesti di perdita delle chiavi di casa e dimenticanze superficiali. (come confermato dal suo staff).
Il viaggio si conclude. Raffaella è arrivata a destinazione. Ci svela che è a Milano per incontrare un talent di fama internazionale che segue da tempo, a cui fornisce svariati suggerimenti di protocolli di bellezza da seguire a seconda dell’esigenze. Non possiamo non chiederle l’identità.
“Presto lo scoprirete”. In fondo, anche Raffaella, come tutti i ricercatori, ha i suoi segreti.
I numeri della Cosmetica Italiana
Bella e sana. Sembra proprio sia cosi l’Italia che produce e distribuisce il mondo della cosmetica. Le recenti elaborazioni del Centro Studi di Cosmetica Italia, che conta oltre 630 imprese – dalle multinazionali alle piccole e medie realtà produttive distribuite sull’intero territorio nazionale – proiettano alla fine del 2022 il valore del fatturato cosmetico italiano oltre i 13 miliardi di euro con una crescita che supera di 7 punti percentuali i valori registrati nel 2021. Se si approfondisce la lettura e si mette a confronto il 2019, la stima di chiusura anno segna la crescita di oltre 8 punti percentuali e, nonostante lo scenario negativo, anche il 2023 vede una sostanziale crescita di oltre 7 punti percentuali per un valore che si approssimerà oltre i 14 miliardi di euro.
Un comparto che tira dritto senza esitazioni e che ha debuttato in una piazza come Milano, abituata ad ospitare prestigiose settimane di moda e design, con la Milano Beauty Week, ai primi di Maggio coinvolgendo in una festa corale tutta la città, e con la quale aziende di make up, skincare e brand profumieri si sono confrontate con i consumatori finali, intercettati con eventi ed esperienze per celebrare le novità di un settore, quello della cosmetica.
Infatti, se i dati sono tutti in positivo è merito della forte ripresa delle esportazioni che alla fine dell’anno crescono di 15 punti percentuali con un valore che si approssima ai 5,6 miliardi di euro. Complice l’inflazione, la crescita delle esportazioni conferma l’attitudine dell’offerta italiana ad assecondare le più svariate esigenze sui mercati internazionali.
*Dati Centro Studi – Cosmetica Italia –