“Mi sono rifatta la vagina a 21 anni”. Una ragazza racconta perché si è sottoposta alla labioplastica
Negli Stati Uniti si è registrato un boom degli interventi di chirurgia estetica dell'organo genitale femminile. In Italia a richiederlo sono anche le giovanissime
Giulia* è una studentessa fuorisede che vive a Roma. Quando aveva 21 anni, ha deciso di sottoporsi a un’operazione di labioplastica, un intervento di chirurgia estetica dei genitali femminili.
La labioplastica consiste in un intervento di chirurgia estetica intima femminile sempre più diffusa, con cui le donne scelgono di dare un nuovo aspetto alla loro vagina o, più correttamente, alla vulva (la parte visibile dell’organo genitale femminile).
Esistono due gruppi di pazienti che decidono di sottoporsi a questo tipo di intervento (qui l’approfondimento sul tema, con l’intervista a un chirurgo plastico e a una psicologa).
Ci sono le donne tra i 40 e i 55 anni, che effettuano un intervento di “ringiovanimento vaginale” che può anche non coinvolgere la parte estetica, e ci sono donne tra i 20 e i 30 anni che invece chiedono, come Giulia, di operare quella che viene più correttamente definita vulva, cioè la parte esterna e visibile dell’organo genitale femminile.
TPI l’ha intervistata per capire cosa l’ha spinta a prendere questa decisione, come si è svolto l’intervento e cosa è cambiato dopo l’operazione.
Quando ti sei accorta di voler fare l’operazione? Per quale motivo hai voluto farla?
È una cosa che ho sofferto da sempre. Non mi sono mai sentita a mio agio, anche confrontandomi con le mie amiche quando ero più piccola. Mi accorgevo che non era troppo regolare, e ne soffrivo.
Ma siccome è una parte del corpo che non è normalmente visibile, mi sono accorta di questo problema nel corso del tempo, avendo avuto altre esigenze.
All’inizio era una cosa che ho tenuto per me. Poi parlando con mia madre, mi ha detto che si poteva risolvere e mi ha tranquillizzata.
Parliamo di un difetto estetico o funzionale?
Principalmente estetico. L’unica cosa fastidiosa fisicamente forse era l’attrito con assorbenti e mutande, essendo una parte più sporgente.
Hai dovuto fare dei controlli prima? Se sì, di che tipo?
Sì, ho dovuto fare dei controlli cardiologici e delle analisi. Ma soltanto per via dell’anestesia. Sono stata operata con anestesia totale, ma non sono stata ricoverata, abbiamo fatto tutto in day hospital.
Com’è andato il post operatorio? È stato doloroso?
I primi tempi non sono stati tranquilli. Avevo un po’ di problemi a camminare, soprattutto quando si stava rimarginando la ferita, perché avevo i punti.
Avevo dei problemi a muovermi, camminavo sbilenca. È durato dieci giorni, poi è passato.
Avevi mai fatto operazioni di chirurgia estetica? Hai intenzione di farne altre in futuro?
Ho delle insicurezze, ad esempio il naso. Anche prima di fare questa operazione pensavo di rifarmi il naso. Potrei pensarci.
Sicuramente posso dire che grazie a quest’operazione ho metabolizzato la paura per l’intervento.
Puoi dirci più o meno intorno a che cifra ci aggiriamo per il costo dell’operazione?
Ho pagato circa 3.500 euro. Più varie accortezze, altre piccole operazioni, bruciature o tagli col bisturi, in anestesia locale.
Come ti sei sentita dopo aver fatto l’operazione? Hai avuto dei benefici? Se sì, sono stati più fisici o psicologici?
Sono molto più sicura adesso. È stata sicuramente una cosa positiva. I benefici sono stati principalmente psicologici.
A livello fisico la situazione era sopportabilissima, mi metteva solo a disagio in determinate situazioni.
La tua famiglia o i tuoi amici sanno che hai fatto l’intervento? Ti sei sentita giudicata?
Sì, con i miei amici ne ho parlato. Essendo una studentessa fuori sede, non avevo i miei genitori vicino a me 24 ore su 24. Stare con i miei amici mi ha aiutata, e anche parlarne con loro.
A volte mi è capitato di parlarne con qualcuno e notare che non capisse. È una cosa che se non la vivi non la capisci. Quindi sì, c’è stato qualche sguardo o sorriso che poteva far pensare che mi stessero giudicando. Ma a me non interessa.
Cosa vorresti dire a chi condanna questo tipo di operazione, mentre non critica altri interventi di chirurgia estetica (ad esempio chi si rifà il naso)?
Vorrei dire loro di non farsi condizionare. Bisogna prima capire cosa ci fa stare male con noi stessi. Se qualcosa ci fa stare male è importante risolvere, per noi stessi.
Non importa quello che le gente può ritenere riprovevole. Stare bene con se stessi va al di là di ogni tabù.
Come sono cambiati, se sono cambiati, i rapporti sessuali dopo l’operazione? Che ne pensa il tuo partner?
Nel mio caso la convalescenza ha coinciso con la fine di una relazione. Qualche mese dopo c’è stato un rapporto con questa stessa persona, che mi ha chiesto perché avessi deciso di fare l’intervento.
La mia risposta è stata che era un problema mio, con me stessa. Al di là del fatto che non comportasse problemi a livello sessuale.
Non ci sono stati cambiamenti nei rapporti sessuali, e neanche avrebbero dovuto esserci nel mio caso.
Negli Stati Uniti si sta assistendo a un boom di questo tipo di interventi, secondo te è una moda passeggera o è un trattamento di avanguardia?
Credo sia una cosa che andrà sicuramente avanti. Negli ultimi tempi a livello sessuale non c’è più il pudore che c’era prima. Questo può avere conseguenze sia positive sia negative. Ma se attiene allo stare bene con noi stesse, è meglio così.
Consiglieresti questo tipo di operazione? Se sì, in quali casi?
Il mio consiglio è di non avere paura di fare una cosa che può essere ritenuta qualcosa di cui vergognarsi, se ce n’è davvero bisogno. E il bisogno può essere psicologico più che fisico.
Se il bisogno era psicologico, perché non ti sei rivolta a uno psicologo o a una psicologa?
Ho avuto problemi ad accettarmi fisicmente anche in passato, per motivi diversi da questo. Ma rivolgersi a uno psicologo non è una cosa che condivido. Bisogna imparare da soli a stare bene.
Ci si può riuscire, basta un po’ di forza di volontà, è una cosa che deve partire da noi. Mettermi in gioco era un modo per affrontare questo problema.
Vorrei dire a chi ha lo stesso problema di prendere coraggio e farsi avanti, perché le cose possono cambiare. La chirurgia estetica è un’invenzione che ti cambia la vita. È un peccato non approfittarne.
* Giulia è un nome di fantasia utilizzato per tutelare l’anonimato della persona intervistata