Il glifosato non è cancerogeno: lo dice l’Agenzia per l’ambiente Usa
Il diserbante glifosato non è cancerogeno e non comporta rischi per la salute pubblica. Lo ha afferma in un documento ufficiale l’Agenzia statunitense per l’ambiente (Epa) dopo che nei mesi scorsi in due occasioni la multinazionale Monsanto era stata condannata a risarcire degli agricoltori che si sarebbero ammalati di cancro dopo aver utilizzato l’erbicida.
L’Epa afferma che “non ci sono rischi per la salute pubblica se il glifosato è utilizzato in accordo con le indicazioni nell’etichetta, e che il glifosato non è cancerogeno”.
Negli Stati Uniti è molto sentito il dibattito sui presunti effetti nocivi per la salute causati dal diserbante brevettato da Monsanto, che oggi fa capo al gruppo farmaceutico tedesco Bayer.
L’azienda sta affrontando migliaia di azioni legali da parte di agricoltori che hanno fatto ricorso al glifosato contenuto nel prodotto “Roundup” e che sostengono di essersi ammalati di cancro per essere stati a contatto con esso.
Cos’è il glifosato – Il glifosato è un composto chimico che inibisce un enzima presente nel solo regno vegetale e necessario alla sopravvivenza della pianta. Alcune coltivazioni geneticamente modificate, tuttavia, sono in grado di resistergli.
In questo modo, l’utilizzo del glifosato consente di eliminare le erbacce o le piante infestanti risparmiando invece quelle resistenti che si decide di coltivare.
L’erbicida è stato lanciato sul mercato da Monsanto nel 1974 ed è arrivato in Italia tre anni dopo. La multinazionale ha detenuto l’esclusiva per la produzione di glifosato fino al 2001, quando il brevetto è scaduto [in questo articolo abbiamo spiegato meglio cosa è il glifosato].
Glifosato cancerogeno – La tesi secondo cui il glifosato è cancerogeno si basa in particolare su uno studio dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), agenzia intergovernativa con sede a Lione che fa capo all’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Nel 2015 lo Iarc ha inserito il glifosato nella categoria A2 tra i probabili cancerogeni.
Le condanne a Monsanto – La multinazionale Monsanto, oggi controllata dal gruppo tedesco Bayer, è stata condannata in due occasioni a risarcire degli agricoltori che affermavano di essersi ammalati di cancro dopo essere venuti a contatto con il glifosato.
Nell’agosto 2018 la compagnia è stata condannata a risarcire 289 milioni di dollari al giardiniere Dewayne Johnson. A marzo 2019 è arrivata una seconda condanna da 80 milioni di dollari in favore di Edwin Hardeman, 70 anni.
Cosa ha detto l’Epa – Nel documento dell’Agenzia per l’ambiente Usa si legge che “l’Epa continua a rilevare che non ci sono rischi per la salute pubblica quando viene usato il glifosato secondo la sua attuale etichetta e che il glifosato non è cancerogeno”.
L’Epa non ha rilevato rischi per la salute pubblica, ma ritiene che l’erbicida possa provocare danni dal punto di vista ambientale.
L’Agenzia Usa spiega dunque che “sta proponendo misure di gestione per aiutare gli agricoltori a indirizzare gli spray antiparassitari sul parassita previsto, proteggere gli impollinatori e ridurre il problema delle infestanti che diventano resistenti al glifosato”.
Le reazioni – Dopo la notizia del verdetto dell’Epa, Bayer in una nota ha sottolineato che “crede fermamente che la scienza supporti la sicurezza degli erbicidi a base di glifosato”. La multinazionale ha ripetutamente negato le accuse secondo cui il diserbante causa il cancro.
Ma non sono mancate le critiche all’Agenzia per l’ambiente. “Sfortunatamente i consumatori americani non possono fidarsi della valutazione dell’Epa sulla sicurezza del glifosato”, ha commentato Nathan Donley, uno scienziato senior del gruppo ambientalista Center for Biological Diversity.