L’epidemia silenziosa della mancanza di sonno e di sogni
Il sonno non è incoraggiato socialmente e nemmeno economicamente, perché non è un'attività che produce profitto materiale, e troppo spesso lo rimandiamo, lo limitiamo, lo trascuriamo. Ecco perché tutto ciò fa male alla nostra salute
La nostra epoca è caratterizzata da un’epidemia da mancanza di sonno. Senza sogni: l’epidemia silenziosa della perdita del sonno REM è il nome dello studio realizzato da Rubin Naiman, psicologo dell’University of Arizona, negli Stati Uniti. La ricerca si focalizza sul complesso della nostra epoca che toglie importanza al sonno, e soprattuto al sogno, e si concentra totalmente sui momenti in cui siamo svegli.
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Due sono i punti chiave della ricerca. Il primo è che gli uomini di adesso non sognano, o comunque, meglio, sognano meno.
Il secondo è che questo non è semplicemente triste da un punto di vista esistenziale, ma è anche una crisi di salute pubblica, causata da una combinazione di stile di vita, uso di sostanze, disordini del sonno, e indirettamente un’atteggiamento sminuente nei confronti del valore del significato del sogno.
Il sogno è tuttora privo di una definizione specifica, cioè non si sa esattamente cosa sia, e conserva un’ambiguità di fondo che viene di volta in volta utilizzata da discipline diverse che cercano e vedono nel sogno cose diverse.
Dal punto di vista scientifico, sognare è il processo neurologico che si attiva quando entriamo in fase REM, cioè la fase del sonno caratterizzata da rapidi movimenti degli occhi. Da quello psicologico, può avere un forte significato.
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Secondo Naiman questa suddivisione fra gli studiosi alimenta un’interpretazione riduttiva del sogno, che è comunque prevalente fra le persone comuni.
“Oggi, troppe persone pensano al sogno come alle stelle, emergono di notte e sembrano magnifiche, ma decisamente troppo lontane per essere di alcuna rilevanza nella nostra vita”.
Alcune persone non ricordano i loro sogni o li considerano fenomeni casuali che non hanno più importanza una volta che viene il girono. Davvero poche persone pensano ai sogni come un qualcosa di magico, conservando uno spazio nel cervello sveglio per ricordarli.
Per Naiman i sogni sono ugualmente magia, scienza, e mistero.
E soprattuto evidenza gli effetti che compaiono quando non si sogna del tutto: irritabilità, depressione, acquisto di peso, allucinazioni, erosione del raziocinio, della memoria, delle funzioni del sistema immunitario, una perdita di spiritualità.
Tutte conseguenze di cui siamo a conoscenza grazie ad esperimenti avvenuti negli anni ’60 in cui i soggetti erano privati esclusivamente della fase REM del sonno, e che rispecchiano in parte quelle della totale privazione del sonno.
Le sveglie sono nemiche dei nostri sogni, perché interrompono i momenti in cui sogniamo, e allo stesso modo lo sono alcol e cannabis, che disturbano anche significativamente la fase REM, farmaci per dormire, che incrementano il sonno meno profondo a discapito di quello profondo, le luci artificiali di schermi dei dispostivi e le luminarie delle città.
Senza contare che, come afferma Naiman, i disordini del sonno, come insonnia e apnea, sono negli ultimi anni cresciuti molto.
L’importanza assoluta data allo stare svegli oggi è predominante: quando si è svegli si può produrre, si possono fare cose, attività di tendenza.
Il sonno non è incoraggiato socialmente e nemmeno economicamente, perché non è un’attività che produce profitto materiale, e troppo spesso lo rimandiamo, lo limitiamo, lo trascuriamo.
Naiman conclude con un appello a tutti per riprenderci e salvaguardare uno stato che arricchisce e migliora anche la nostra vita quotidiana molto più di quanto ci rendiamo conto.