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Covid, Pregliasco: “Fragili e anziani devono fare subito la quarta dose. Inutile aspettare l’autunno”

Immagine di copertina
Credit: Ansa

Nonostante i casi di Covid – 19 siano in aumento – vedrebbero il loro picco tra il 15 e il 30 luglio con 150mila casi stimati -, le quarte dosi somministrate tra gli ultraottantenni e gli immunocompressi non sono molte.

Per il virologo Fabrizio Pregliasco, che ha risposto alle domande di Repubblica, i soggetti fragili devono fare adesso la quarta dose “senza aspettare oltre” e, quindi, l’autunno. Queste persone “sono in larga parte anziani”, specifica Pregliasco, che dopo gli ottant’anni tendono a soffrire di più patologie. Il nuovo richiamo, inoltre, fa aumentare gli anticorpi rapidamente: “Dopo otto giorni sono già al massimo”, spiega Pregliasco. I tipi di vaccino autorizzati per la quarta dose sono Pfizer e Moderna.

Se il nuovo booster fosse stato somministrato prima “avrebbe aiutato a ridurre i contagi” in aumento e a evitare le morti tra i pazienti più fragili, spiega Pregliasco. Il virus è certamente diventato più “docile”, ma è anche vero che colpisce chi è già guarito. “Il 9 per cento dei casi giornalieri è di persone che si reinfettano”, dice il virologo.

Pregliasco specifica, poi, che se i soggetti fragili e gli anziani hanno ricevuto il ciclo completo di tre dosi e hanno contratto il covid recentemente, allora possono evitare l’ulteriore booster, “ma se sono passati quattro mesi dalla guarigione meglio fare la quarta dose”. Nel tempo, infatti, la protezione si abbassa. Se qualcuno, poi, ha contratto l’ultima variante – Omicron 5 – in modo asintomatico, può comunque vaccinarsi senza correre rischi.

Chi può aspettare la prossima stagione per ricevere la quarta somministrazione di vaccino anti Covid – 19, sono le persone che non rientrano tra i soggetti immunocompromessi e gli anziani. Il virologo non esclude “l’opportunità di allargare anche agli over 50” la possibilità di accedere alla quarta dose. Questa vaccinazione “dovrebbe diventare come quella influenzale, cioè annuale” e accessibile anche agli under 60, specifica.  La raccomandazione però rimane quella di indossare le mascherine quando è necessario. Nei luoghi chiusi, per esempio. Bisogna usarle “come si fa d’estate con gli occhiali da sole, cioè nelle situazioni in cui servono”, spiega Pregliasco a Repubblica.

Alle persone che si chiedono che senso abbia immunizzarsi ancora con un vaccino basato sul virus di Wuhan, il virologo risponde che non è vecchio e inefficace perché “attiva l’immunità cellulare”. Inoltre i vaccini “continuano a proteggere dalla malattia grave e dalla mortalità”.

Riguardo alle analisi del sangue che vengono prescritte da alcuni medici prima di fare la quarta dose, Pregliasco specifica che sono “inutili”. Non servirebbe neanche il test sierologico “perché avere gli anticorpi non significa essere per forza protetti dall’infezione”. Il professore chiarisce anche il dubbio sull’effetto “accumulo” dei vaccini che porterebbe effetti collaterali più pesanti. I vaccini non si sommano e non accade niente di tutto questo. Inoltre, si sta lavorando per un vaccino contro tutte le varianti del Covid ma “ci vuole del tempo”, specifica Pregliasco perché “non è facile trovare gli antigeni sui cui puntare”.

 

 

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