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Home » Salute

Qual è il contributo dell’Italia alla Salute globale?

Immagine di copertina
Uno scatto di Francesco Cocco, esposto alla mostra Burkinabè

Assicurare la salute e il benessere per il mondo intero a qualunque età è fra gli obiettivi della Agenda
2030 per uno sviluppo sostenibile, ma la strada per raggiungere quell’obiettivo è ancora lunga.

Si è fatto il punto su dove siamo arrivati in occasione della tavola rotonda “COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E SALUTE GLOBALE: IL POTERE DELL’INFORMAZIONE”, che si è svolta oggi a Conversano, Bari.

All’evento, organizzato nell’ambito della XIV edizione di Lectorinfabula european cultural festival “Immaginazione e potere nell’era digitale”, sono intervenuti Stefania Burbo (Osservatorio AiDS – Aids diritti e salute), Serena Fiorletta (Aidos),Annalisa Camilli, (Internazionale) e Francesco Cocco (Contrasto).

L’incontro è stato moderato dal giornalista Piero Ancona di SkyTG24 ed è stato seguito dall’inaugurazione della mostra BURKINABÈ, che espone gli scatti di Francesco Cocco.

“L’Italia vanta una lunga tradizione nel campo della cooperazione sanitaria. L’approccio è centrato sulla lotta contro le malattie infettive, sul controllo delle malattie croniche non trasmissibili, sul rafforzamento dei sistemi sanitari e la formazione del personale sanitario”, si legge nel rapporto Il contributo dell’Italia alla salute globale.

“La globalizzazione, oggi, da straordinaria opportunità di sviluppo si sta trasformando in un fenomeno autodistruttivo. Quello che avremmo dovuto globalizzare, e non ci siamo ancora riusciti, è il diritto alla salute. La cooperazione è uno strumento fondamentale per raggiungere tale obiettivo”.

“Per globalizzare la salute anche l’Italia deve fare la sua parte e essere credibile a livello internazionale. È necessario finanziare adeguatamente la cooperazione allo sviluppo. Dopo alcuni anni [2009-13] in cui i finanziamenti si sono drasticamente ridotti, dal 2014 il governo italiano ha ricominciato a essere protagonista. Auspichiamo che questo trend continui”, prosegue il rapporto.

Qui un’infografica sulla composizione dell’Aps sanitario italiano tra il 2005 e il 2017:

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