Coliche renali: i sintomi, cosa mangiare, i rimedi e la terapia
Coliche renali | Sintomi | Rimedi | Cosa fare | Cause | Calcoli renali | Dieta
COLICHE RENALI – Un dolore acuto e improvviso all’altezza dei reni. Una sorta di “coltellata” che può irradiarsi fino all’inguine e alla parte bassa della schiena. Sono le coliche renali, un fastidio che colpisce tra il 2 e il 5% della popolazione.
Le coliche sono un sintomo da non sottovalutare: sono dovute al passaggio di calcoli nell’uretere, un sottile condotto che trasporta l’urina dai reni alla vescica.
A causare il forte dolore che caratterizza le coliche sono appunto i calcoli, piccoli agglomerati di sali minerali che rappresentano un blocco allo scorrere dell’urina. La colica può essere seguita da febbre, ipotensione, sudorazione intensa, nausea e vomito.
“Bisogna recarsi al pronto soccorso dove un’ecografia permette di confermare la presenza di uno o più calcoli nelle vie urinarie”, spiega Alberto Saita, urologo, esperto in endourologia e calcolosi urinaria dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano.
La maggior parte dei calcoli viene espulsa dal corpo senza che sia necessario alcun intervento medico. Ma il fenomeno non va sottovalutato.
È quindi importante eseguire dei controlli radiologici, come un’ecografia delle vie urinarie e/o una TAC all’addome senza contrasto.
I calcoli non sono tutti uguali. Ne esistono di diversi tipi: ci sono quelli più comuni formati dai sali di calcio, quelli di acido urico e quelli di struvite, conseguenti ad una particolare infezione urinaria. Poi ci possono essere quelli di cistina, causati da una rara patologia ereditaria.
Per conoscere la natura del calcolo è necessario un esame chimico o cristallografico.
Coliche renali | Sintomi
I calcoli renali possono essere silenziosi e non dare alcun sintomo fin quando si trovano all’interno dei reni. Quando si muovono attraverso l’uretere, cioè il tubo che collega il rene alla vescica, possono provocare sintomi che includono:
- Dolore acuto, che si irradia verso il basso fino all’inguine.
- Dolore acuto al fianco e alla schiena, nella parte immediatamente sotto le costole.
- Tracce di sangue nelle urine
- Nausea e vomito
- Sudorazione
- Pallore
- Tachicardia
- Bisogno di urinare con frequenza
- Febbre e brividi, in presenza di un’infezione
L’entità del dolore non dipende dalla grandezza del calcolo. Quelli molto piccoli, infatti, possono causare i dolori più lancinanti.
Il dolore cessa quando il calcolo passa nella vescica, dove spesso subito dopo viene eliminato. Attenzione però: le fitte possono essere dovute anche al fatto che il calcolo si è arrestato nell’uretere.
In questo caso il calcolo può impedire il normale deflusso di urina attraverso l’uretere, che può provocare la dilatazione di quest’ultimo e in seguito del rene, che può seriamente danneggiarsi e comportare infezioni.
Quando il calcolo si muove e l’organismo cerca di espellerlo, può comparire del sangue nell’urina, che quindi può diventare di colore rosato; quando il calcolo discende attraverso l’uretere e si avvicina alla vescica, il paziente può avvertire la necessità di urinare con maggior frequenza oppure avere una sensazione di bruciore durante la minzione.
A volte le coliche si possono verificare nausea e vomito.
Se uno o più di questi sintomi è accompagnato da febbre e brividi, potrebbe esserci un’infezione. In questo caso il paziente dovrebbe chiamare immediatamente un medico.
Coliche renali | Cause
La colica renale, come spiega l’ospedale Humanitas, è provocata dall’ostacolo e dal transito dei calcoli renali.
Quelli di maggiore dimensione possono ostacolare il passaggio dell’urina, mentre quelli più piccoli, spinti in avanti dal flusso dei liquidi, forzano le pareti dei condotti che portano l’urina verso la vescica.
Le coliche possono essere più frequenti nelle donne durante la gravidanza.
“La calcolosi è il sintomo di alcune malattie metaboliche, come l’iperparatiroidismo”, spiega il professor Saita.
“In pratica, le ghiandole accanto alla tiroide che servono per controllare il metabolismo del calcio all’interno dell’organismo non funzionano più bene: aumenta così la produzione di calcio, che precipita nelle urine e forma i calcoli”.
Tra le altre possibili cause, il diabete, che porta a una produzione eccessiva di acido urico. Ma i motivi possono essere molteplici.
Incidono negativamente una dieta povera di frutta e verdura e ricca di sale, una carenza di vitamina B6 e di liquidi, la sindrome dell’intestino corto.
Il periodo più critico per chi soffre di coliche è l’estate. Con il caldo, infatti, il rischio di disidratazione è maggiore, e ciò porta a una maggiore precipitazione dei sali minerali presenti nelle urine che aggregandosi possono formare il calcolo: di conseguenza il ristagno delle urine all’interno delle vie urinarie provoca una colica.
Coliche renali | Rimedi
Innanzitutto un corretto regime alimentare e un po’ di attività fisica. Da preferire una dieta povera di grassi; importante inoltre bere molta acqua, in quanto così le sostanze presenti nelle urine vengono diluite e di conseguenza le possibilità di formazione di calcoli sono minori.
Sono consigliate acque oligominerali, vista la minore presenza di calcio e sodio.
Per mantenere i nostri reni in salute è inoltre importante il riposo ed evitare, quando il dolore si fa lancinante, di applicare del ghiaccio: rischiate infatti di fare peggio.
Per quanto riguarda i cibi, tanta frutta e verdura, soprattutto quella contenente vitamina C, mentre da evitare carne, insaccati, pasta, dolci, pesce e formaggi. Aboliti anche alcolici o bevande gassate.
Coliche renali | Terapia
Come spiega l’ospedale Niguarda, un calcolo intorno ai 6 mm ha elevate possibilità di essere espulso spontaneamente.
Quando raggiungono, invece, dimensioni maggiori è necessario l’intervento terapeutico. Fino a qualche anno fa l’unica speranza era l’operazione chirurgica, per l’asportazione o la frammentazione dei calcoli.
Adesso, invece, si è diffusa la litotrissia, che permette di curare il problema senza tagli. Delle onde d’urto attraversano i tessuti molli dell’organismo e scaricano la loro energia sui calcoli così da frammentarli.
L’ecografia è in grado di evidenziare numero, posizione e dimensione dei calcoli.
“Per risolvere le crisi acute i farmaci più efficaci sono i FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) che bloccano il dolore a livello periferico, ma che devono essere utilizzati con cautela nei pazienti con nota insufficienza dei reni o del fegato o con malattie gastriche”, raccomanda il professor Saita.