Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:52
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Salute

Insonnia, clonate cinque scimmie per studiare il disturbo nell’uomo

Immagine di copertina
Zhong Zhong e Hua Hua, le prime due scimmie clonate nel 2018

L'esperimento, realizzato in Cina, ha previsto due fasi

L’insonnia, il disturbo del sonno, è un condizione abbastanza frequente nel mondo. Almeno il 10 – 15 per cento della popolazione ne soffre. Per questo motivo alcuni studiosi dell’Accademia delle scienze cinese a Shanghai (Cas-Ion) hanno deciso di clonare cinque scimmie insonni.

La ricerca si è sviluppata in due momenti. All’inizio, infatti, gli esperti hanno prelevato delle cellule da esemplari di macachi sani e le hanno modificate, intervenendo sul gene che regola il sonno negli essere viventi. Successivamente, dopo aver creato le cellule insane, è stato avviato il processo di creazione delle scimmie in questione.

È la prima volta che gli studiosi provano a verificare, su animali da laboratorio, i disturbi più frequenti nell’uomo come l’insonnia. La tecnica, chiamata Crispr-Cas9, ha permesso dunque di depotenziare il Bmal1 negli embrioni, ossia uno degli elementi fondamentali nel ciclo del sonno. Il cui funzionamento, se alterato, non è da sottovalutare. “I disordini del ritmo circadiano possono portare negli uomini a molte malattie, come diabete mellito, cancro e malattie neuro-degenerative. Le scimmie che abbiamo ottenuto potranno essere utilizzate per studiare sia lo sviluppo di queste malattie, sia possibili terapie”, ha spiegato il coordinatore dell’sperimento, Hung-Chun Chang.

Non è la prima volta, invece, che vengono clonate delle scimmie. Era accaduto già nel 2018 quando nacquero Zhong Zhong e Hua Hua. Il ricercatore di allora era stato Quiang Sun, che è intervenuto anche in questo caso utilizzando il metodo del trasferimento nucleare di cellula somatica. Che non è altro che quello usato anche per la creazione della pecora Dolly.

“Il nostro approccio consiste prima nel generare un gruppo di scimmie modificate e poi nel selezionarne una che mostri il corretto editing genico e i fenotipi più gravi di malattia per usarla come donatrice per la clonazione”, ha osservato il professore.

L’Accademia, comunque, si attiene alle linee guida internazionali per la ricerca sugli animali. “Questo metodo di studio aiuterà a ridurre la quantità di scimmie attualmente utilizzate nella ricerca biomedica di tutto il mondo – ha affermato Mu-ming Poo, direttrice dell’istituto – Senza l’interferenza del background genetico, un numero molto più basso di cloni portatori di fenotipi di malattia potrebbe essere sufficiente per i test pre-clinici sull’efficacia delle terapie”.

LEGGI ANCHE: Mangiano scimmia rara in via di estinzione in diretta Facebook, sei persone arrestate in Vietnam
Ti potrebbe interessare
Salute / Come rimettersi in forma dopo l’influenza
Salute / SIMEU: eletto il nuovo Presidente nazionale dott. Alessandro Riccardi
Salute / Quali sono i migliori trattamenti anti-età?
Ti potrebbe interessare
Salute / Come rimettersi in forma dopo l’influenza
Salute / SIMEU: eletto il nuovo Presidente nazionale dott. Alessandro Riccardi
Salute / Quali sono i migliori trattamenti anti-età?
Salute / Università Campus Bio-Medico di Roma e Intesa Sanpaolo per la ricerca sulla salute globale e le competenze del futuro
Salute / L’incredibile storia di Joy Milne, la donna che sentiva l’odore del Parkinson
Cronaca / Covid, la variante Xec fa aumentare i contagi: i sintomi
Esteri / Boom di epidemie nel 2024, l'Oms: "Cresce il rischio di una nuova pandemia"
Salute / Sfida alla “Globesità”: ecco perché l’obesità non è solo un problema di peso
Esteri / Il virus Marburg spaventa l’Europa: che cos’è, quali sono i sintomi e come si trasmette
Esteri / Il virus Marburg spaventa l'Europa, isolati due casi in Germania