Cos’è la chikungunya e come si trasmette
Almeno 27 persone hanno contratto il virus nel Lazio, ad Anzio e a Roma, dove sono state interrotte le donazioni di sangue. Ecco quali sono i sintomi e i rischi per la salute
La chikungunya è una malattia infettiva trasmessa dalle zanzare, che provoca febbre e reumatismi.
Venerdì 8 settembre l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani hanno reso noto di aver identificato tre casi di chikungunya nella zona di Anzio, vicino Roma. Successivamente, altri casi sono stati riscontrati nella regione Lazio, fino ad arrivare a 17 casi accertati, di cui sei nella capitale.
Il 13 settembre il Centro Nazionale sangue dell’Istituto Superiore di Sanità ha disposto la sospensione totale delle donazioni di sangue per la Asl 2 del Comune di Roma (le parti est e sud della città che hanno 1 milione di abitanti) e per il comune di Anzio, dove era scoppiato il primo focolaio. A livello nazionale invece le persone che hanno soggiornato nei comuni interessati non potranno donare il sangue per 28 giorni.
Ma cos’è la chikungunya e quali conseguenze ha sulla salute?
Cos’è la chikungunya e come si trasmette
Sul sito dell’Istituto superiore di sanità si legge che la chikungunya “è una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette”. La sua origine risale probabilmente al 1779, quando in Indonesia si è registrata un’epidemia forse attribuibile allo stesso virus. Ma la prima epidemia certa risale al 1952 e si è verificata in Tanzania.
Infatti, il nome della malattia deriva dalla lingua della popolazione Makonde, che vive nel sudest della Tanzania e nel nord del Mozambico (non deriva quindi dallo swahili come talvolta erroneamente riportato). Si tratta della parola kungunyala, che in lingua Makonde significa “ciò che curva” o “contorce”, proprio a causa dei dolori articolari che colpiscono chi viene infettato da questo virus.
Dopo gli anni Cinquanta si sono verificati vari casi di chikungunya in Asia e in Africa. I primi casi autoctoni in Europa sono stati registrati nell’agosto 2007 in Emilia Romagna.
Il virus responsabile della chikungunya è trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, come Aedes aegypti (la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue) ed è presente soprattutto in zone rurali, mentre è rara o addirittura assente in vicinanza dei centri abitati. Un altro importante vettore del virus è quella che viene comunemente chiamata zanzara tigre, che è presente anche nei centri abitati del nostro paese.
Per la diagnosi si eseguono test sierologici (le comuni analisi del sangue) e molecolari, attraverso i quali è possibile mettere in evidenza la presenza del genoma virale ed avere quindi la certezza immediata dell’ eventuale avvenuta infezione.
Il virus
Una volta contratto il virus tramite la puntura della zanzara infetta, si ha un periodo di incubazione compreso tra i tre e i dodici giorni. Successivamente compaiono dei sintomi simili a quelli influenzali, con febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito, eruzioni cutanee e soprattutto forti dolori articolari che arrivano anche a limitare i movimenti della persona infetta.
Alcuni di questi sintomi sono simili a quelli del dengue o del virus zika. Per questo, secondo quanto riportato sul sito dell’Organizzazione mondiale della Sanità, talvolta la diagnosi può essere sbagliata in zone dove queste malattie sono comuni.
Non esiste una cura per la chikungunya. In genere la malattia si risolve da sola in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere anche per mesi. Le cure hanno lo scopo di alleviare i sintomi.
Le complicanze più gravi sono rare e possono portare a emorragie o problemi di natura neurologica, soprattutto nei bambini. Molto raramente la chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani che soffrono di altre patologie.
L’epidemia che si è verificata nel 2007 in Emilia Romagna ha colpito i paesi di Castiglione di Cervia, Castiglione di Ravenna e Bordighera. A contrarre la chikungunya furono oltre cento persone, e di queste una perse la vita. Si trattava una persona anziana che soffriva di altre malattie.