Batterio New Delhi, 31 morti in Toscana: cosa sappiamo e chi colpisce
Aumentano i morti del super-batterio negli ospedali nord-occidentali della regione Toscana
Super-batterio New Delhi colpisce ancora: 31 morti in Toscana
Sono saliti a 75 i casi di pazienti contagiati dal super-batterio New Delhi (NDM) nella regione Toscana. Il super-batterio, resistente agli antibiotici di primo e secondo livello, nelle ultime settimane aveva già dato il via a un piano preventivo straordinario della Regione.
Batterio New Delhi: che cos’è e chi colpisce
Il New Delhi metallo beta lactamase prende il nome dal primo paziente svedese in cui venne isolato nel 2008, di ritorno dall’India.
Negli ultimi 11 anni il batterio ha incontrato un considerevole aumento di casi, arrivando a interessare una dozzina di ospedali toscani.
Il rapporto emesso lo scorso giugno dal Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie trascura le condizioni dei contagiati, tuttavia esprime paura perché “il focolaio in Toscana presenta un rischio di superamento dei confini e di ulteriore diffusione nei Paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo, in particolare per il fatto che l’area colpita è un’importante destinazione turistica”.
I malati sono perlopiù pazienti già immunodepressi, tra cui ustionati, neo-operati, e degenti a lungo termine. Casi di malattia sono stati accertati in 15 ospedali e 2 centri di riabilitazione toscani.
New Delhi: cosa fare
La Regione Toscana ha attivato uno screening di massa sui pazienti ospedalieri, tra cui sembra perlopiù espandersi il contagio. NDM sembra concentrarsi nel nord-ovest della regione, nonostante non sia limitato esclusivamente a questa zona.
Tra le cause del contagio, l’assistenza sanitaria toscana ha elencato l’eccessivo uso di antibiotici, che incrementa la resistenza del super-batterio, e l'”incompleta applicazione di misure efficaci a interrompere la trasmissioni di microrganismi patogeni”.
I casi presenti e passati hanno aiutato a fare luce sugli effetti del contagio. L’NDM ha dato origine a sepsi e infezioni del sangue, che hanno innalzato il tasso di mortalità al 40 per cento.
Tra i 31 morti, non è chiaro se ci sia una connessione tra le infezioni e il super-batterio: l’infezione, difatti, potrebbe non essere la principale causa di morte.