Carabiniere ucciso, Zingaretti: “Scalfarotto in carcere dai ragazzi americani? Non a nome del Pd”
Il deputato è andato a Regina Coeli per "verificare le condizioni" dei due giovani arrestati per l'omicidio del vicebrigadiere Cerciello Rega
Carabiniere ucciso a Roma, il commento di Zingaretti su Scalfarotto in carcere dai ragazzi americani
È arrivato un commento del segretario del Pd Nicola Zingaretti alla scelta del deputato Dem Ivan Scalfarotto di recarsi in carcere a Regina Coeli dai ragazzi americani arresti per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, il carabiniere di 35 anni ucciso a Roma con 11 coltellate la notte tra il 25 e il 26 luglio.
“Quella di Scalfarotto è una sua iniziativa personale. Rientra nelle sue prerogative di parlamentare. Ma ripeto, è una sua iniziativa non fatta a nome del Pd”, ha dichiarato Zingaretti, come riportato dall’agenzia di stampa Adnkronos, dopo aver salutato nella sede della Regione Lazio i nuovi dipendenti del Nue 112.
La decisione del parlamentare ha suscitato reazioni forti sui social network e da parte degli avversari. Scalfarotto è andato a Regina Coeli due giorni fa, martedì 30 luglio, per “verificare le condizioni dei due imputati per il terribile omicidio” del vice brigadiere Cerciello Rega. È stato raggiunto dalle critiche nel giro di poco.
“Ma non si vergogna? Mi chiedo solo questo perché non ho altre parole”, è uno dei messaggi più apprezzati nei commenti al post Facebook che il deputato ha pubblicato ieri sulla sua pagina Facebook dando notizia della sua visita in carcere. E ancora: “Ma davvero sembra quasi lo facciano apposta a fare figuracce, e non se ne rendono nemmeno conto per quanto si ritengono intelligenti”. Ma è intervenuto anche Matteo Salvini, che, sempre ieri, su Twitter ha scritto: “Il Pd va in carcere a verificare che il criminale americano non sia stato maltrattato. Non ho parole”.
Le condizioni dei due americani, il 18enne Gabriel Christian Natale Hjorth e il 19enne Finnegan Lee Elder, sono finite al centro dell’attenzione dopo la diffusione della foto di uno dei due ammanettato e bendato nella caserma dei carabinieri dove è stato portato dopo il fermo per essere interrogato: un trattamento sul quale l’Arma ha aperto un’indagine interna decidendo anche il trasferimento di un militare.