Zangrillo: “Con la carica virale che ha, a marzo Berlusconi sarebbe morto”
“La carica virale che caratterizzava il tampone di Berlusconi era talmente elevata che a marzo-aprile lo avrebbe ucciso. Lui lo sa. E non è una boutade per esagerare visto il personaggio di cui si parla, ma è un cercare di rimanere aderenti alla realtà”. Lo ha detto Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele di Milano e medico personale dell’ex Cavaliere, in un intervento alla trasmissione Piazzapulita su La7. “Diciamo che Briatore e Berlusconi sono in situazioni più che soddisfacenti, stanno bene, per loro credo che l’epilogo di questa malattia sia vicino”, ha aggiunto.
Zangrillo, durante la trasmissione, è anche tornato sulle posizioni più volte espresse in questi mesi, e considerate da alcuni una forma di “minimizzazione” del pericolo Covid: “Se nell’interazione tra virus e paziente succede qualcosa di diverso, non significa che il virus non ci sia più. Significa che si manifesta in una forma differente: non lo dico io, lo dicono tanti medici”, ha spiegato. “Il virus non è mutato, ma probabilmente si sta adattando all’ospite in maniera differente. Io continuerò a dire che è fondamentale l’osservazione e la tempestività. Dal 31 maggio sono passati tanti mesi, non rinnego assolutamente il contenuto della frase, che magari rimodulerei in modo diverso. Poi ci sono coloro che tentano di arruolarmi in una categoria, quella dei negazionisti, a cui non appartengo”.
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