Retroscena TPI: “Letta vuole far saltare il ddl Zan per dare la colpa ai due Mattei e aumentare il consenso”
Oggi rideranno meno, si dice in Transatlantico, Simona Malpezzi, Ettore Licheri e Loredana Depetris. L’aula infatti ha respinto le richieste di sospensiva presentate da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, con un solo voto di scarto: 136 contro 135. Ieri sulle pregiudiziali, lo scarto era stato un po’ più ampio: 12 voti di differenza.
Eppure i tre capigruppo avevano cantato vittoria. Una vittoria che già stamani si è trasformata in sudori freddi. L’ombra dei franchi tiratori si avvicina sempre di più, ed anche in questo caso i numeri mettono paura al centrosinistra: ci sono almeno 20 senatori tra Pd, M5S ed Autonomie pronti a cambiare idea nel segreto delle urne, fino a 8 nel Pd, altrettanti nel M5S, spiegano parlamentari di lungo corso.
“Letta vedrà che risultati lo attendono. Non mi faccia dire di più, che ci tengono d’occhio”, dice preoccupato un senatore dem. Discorso a parte per Italia Viva, se infatti il gruppo di Matteo Renzi ripresenta in aula gli stessi emendamenti depositati in Commissione, la fine del ddl Zan è già scritta.
Il gruppo del fiorentino conta infatti 17 senatori e se Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia votassero gli emendamenti di IV, la maggioranza sarebbe ben definita, ed il provvedimento tornerebbe alla Camera, con profonde modifiche. Esattamente quello che il Pd non vuole.
“Letta non vuole sentir parlare di modifiche per aumentare il consenso sul provvedimento. Il segretario ha il suo schema, far saltare il ddl Zan, con buona pace delle Cirinnà, per dare la colpa ai due Mattei, fare un buon servizio al Vaticano, e salvarsi la coscienza con quelli della sinistra buona’, spiega un addetto ai lavori molto vicino al bollentissimo dossier.
Intanto in Senato va avanti stancamente il dibattito generale sul disegno di legge ma negli uffici dei gruppi parlamentari di centrosinistra è partita la caccia ai senatori assenti in mattinata: quell’unico voto di scarto sulle sospensive ha fatto scattare l’allarme generale.