“La politica deve parlare. E Draghi non è escluso”. Parla Sandra Zampa a TPI
“Comunque la si guardi, questa storia della sospensione di AstraZeneca è una vicenda molto ingarbugliata”.
Perché, onorevole Zampa?
“Per diversi motivi, che tra breve le spiegherò. La cosa più grave mi pare una doppia questione di merito”.
Quale?
“A livello nazionale la politica che non sa spiegare le ragioni di una scelta, in modo tempestivo e comprensibile, su un tema delicato e cruciale come i vaccini. E poi a livello europeo…”.
Cosa?
“Anche questa volta l’Europa è andata in ordine sparso, incapace di parlare con una sola voce. Tutti i governi hanno agito per conto proprio, aggravando il danno in termini di comunicazione. Quando si accende il fuoco della paura presso l’opinione pubblica è dura spegnerlo. Questa decisione danneggia il vaccino su cui facevamo grande conto tutti”.
AstraZeneca?
“Certo. È quello su cui tutta l’Europa aveva investito maggiormente per progettare la campagna vaccinale. Ora i paesi europei, già deficitari nelle forniture, si fanno trovare impreparati. Bisogna davvero capire a chi giova tutto questo”. [Leggi anche: Pani: “L’Italia non doveva sospendere il vaccino AstraZeneca, abbiamo agito per emotività o politica”].
Quale è stato l’errore più grande?
“Le sospensioni unilaterali hanno avuto un impatto enorme sull’opinione pubblica”.
Perché?
“Si è comunicata l’idea di una precipitazione non programmata. È stato come l’effetto di un detonatore”.
Di cosa?
“Di una esplosione di allarme ‘a scopo cautelativo'”.
Sandra Zampa, ex parlamentare del Pd, sottosegretario alla Salute del Governo Conte, è considerata una delle persone più esperte sulle questioni pandemiche. Il suo giudizio sul caso AstraZeneca è carico di preoccupazione. Perché parte dall’Europa?
“È assurdo che non si siano messi d’accordo prima. I giornali hanno scritto – senza ricevere nessuna smentita – che il presidente Draghi si è convinto alla chiusura dopo una telefonata con Angela Merkel. Che a sua volta lo informava della sua decisione di sospendere il vaccino in Germania. E così la Francia, e così il Portogallo e altri paesi”.
E questa procedura non va bene?
“Direi proprio di no. Anche perché nessuno ha confrontato gli eventi avversi che si erano verificati con il numero di eventi statisticamente attesi”.
E poi?
“In molti casi, sia in Italia che in Europa, non si sono attesi gli esiti delle autopsie, su cui ora si concentrerà il lavoro di Ema”.
Ha prevalso la paura?
“È sembrato così. Ma se l’opinione pubblica avverte paura nel decisore politico come potrà non averne a propria volta?”.
Lei ha lavorato al ministero della Salute in piena pandemia. Cosa le dice la sua esperienza?
“Gli inglesi utilizzano un metodo straordinariamente efficace, che tiene sotto controllo – nel work in progress – i numeri con cui procede la somministrazione del vaccino e quelli dei cosiddetti eventi avversi. Ovvero delle persone che hanno delle reazioni fuori dalla norma”.
E questo cosa produce?
“Che questa procedura consente di non sospendere le somministrazioni per ragioni precauzionali di fronte al comprensibile clamore mediatico che ogni evento produce. Perché tu, con il tuo panel di controllo, sai già quanti casi ti devi aspettare e di che tipo”.
Spieghiamolo ancora meglio.
“Siccome sai già statisticamente quanti saranno gli eventi avversi che si possono verificare, non vieni sorpreso dalla conferma di questo numeri. A me sembra, invece, che proprio questo sia accaduto”.
Quindi lei dice che statisticamente…
“Non spetta a me dire questo perché non ho la competenza per farlo, ma ora sarà indispensabile chiarire bene all’opinione pubblica tutto. Per esempio perché si potrà e ci si dovrà fidare del vaccino AstraZeneca nell’eventualità che Ema confermi domani o dopo domani il semaforo verde. Si dovrà spiegare se i dolorosi decessi registrati in Italia hanno o meno un nesso di causa-effetto con il vaccino”.
Quindi la sospensione è stata una decisione presa su dati incompleti se non addirittura equivocati?
“Una decisione confusa. Anche perché gli enti regolatori e indipendenti del farmaco, da Ema ad Aifa, hanno parlato di decisione politica. D’altra parte i dossier erano stati studiati e approvati. Ora esiste però il problema dei singoli lotti che potrebbero essere stati lavorati male o conservati male. Ma nessuno proibisce il consumo del latte perché in un singolo supermercato te ne vendono una confezione scaduta. Ritiri il lotto. Anche su questo Ema dovrà darci indicazioni”.
Detto così, onorevole Zampa, sembra una follia.
“Intendiamoci: Astra Zeneca ha fatto alcuni errori nella prima fase”.
Di che tipo?
“Una discreta confusione nella comunicazione, forse anche a causa del fatto che il dossier è stato consegnato in progress. Successivamente sono state date indicazioni diverse in relazione ai target raccomandati. Non voglio credere che ci siano interessi di tipo economico o geopolitico perché in questo momento il mondo ha bisogno di tutti i vaccini. Proprio per questo l’Europa ha oggi l’opportunità di correggere il tiro parlando con una sola voce e chiarendo, in maniera inequivocabile, i dubbi sul vaccino di AstraZeneca. Servirà a tutti i paesi membri dell’Unione: a quelli che hanno deciso di sospendere e a quelli che che hanno deciso di proseguire, come l’Austria. Sappiamo che la vaccinazione, come ci stanno dimostrando gli Usa, Israele e l’Inghilterra, è l’unica via per tornare alla vita”.
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