Zaki rifiuta il volo di Stato, lo sconcerto del governo. Tajani: “Torni come vuole”
Provoca “sconcerto” a Palazzo Chigi la scelta di Patrick Zaki di non accogliere nessuna delle soluzioni per il suo rientro in Italia che gli erano state offerte dal governo, attraverso l’ambasciatore al Cairo, Michele Quaroni. “A noi interessava liberare Zaki e abbiamo lavorato in questo senso. Poi come vorrà tornare in Italia, tornerà. Gli erano state offerte delle possibilità, non un obbligo. La scelta è sua”, commenta il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “È una scelta personale, ci ha anche fatto risparmiare dei soldi, quindi va bene così”, ha aggiunto il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Varie le possibilità proposte, tutte rispedite al mittente. Prima la disponibilità di un volo di Stato, rifiutata. Quindi la prospettiva di un accompagnamento diplomatico dedicato, respinto. Gli sarebbe stata offerta la possibilità di viaggiare comunque insieme ai parenti. Ma sarebbe stata la photo opportunity — l’eventualità pressoché certa, cioè, che all’arrivo gli venisse scattata una foto con i massimi rappresentanti del governo, Meloni e Tajani, che pure Zaki aveva pubblicamente ringraziato due giorni fa — a far scegliere al ricercatore di optare per il rientro con volo di linea, diretto a Milano per poi proseguire verso Bologna.
Evidente dunque l’imbarazzo di Zaki nel comparire accanto a esponenti del centrodestra italiano. Prova a gettare acqua sul fuoco il portavoce di Amnesty international, Riccardo Noury: “La reputazione di un difensore dei diritti umani si basa sull’indipendenza da qualunque tipo di governo”. Dalla maggioranza arriva il commento stizzito di Maurizio Gasparri, il quale si domanda “se Zaki troverà il tempo per ringraziare il governo italiano”. Anche se ad onor del vero il ricercatore due giorni fa, dopo aver ottenuto la grazia, aveva ringraziato per l’impegno il nostro esecutivo.