Scuola, l’idea di Zaia per organizzare la didattica a distanza
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Zaia: “Ecco come organizzare la didattica a distanza per prevenire stop totali”
La proposta del presidente della Regione Veneto Luca Zaia sulla didattica a distanza alle scuole superiori per alleggerire i mezzi di trasporto sovraffollati ha creato polemiche. “Io faccio interventi costruttivi e collaborativi. Mi meraviglio che il tema della scuola non venga affrontato senza pensare che, così facendo, prima o poi deflagrerà”, dichiara il governatore in un’intervista al Corriere della Sera per precisare che “se è vero lo scenario che prefigura il governo, anche se in via prudenziale, non possiamo non pensare di mettere in sicurezza anche il mondo della scuola”.
Riflette Zaia: “Con la chiusura delle scuole sono andate in tilt le famiglie che hanno figli minori” e perciò si chiede: “Perché non valutare in via preventiva un eventuale piano per fare formazione a distanza alternata a lezioni in presenza con i ragazzi più grandi, dai 16 anni in su?”.
Zaia propone almeno di parlarne, ”perché serve il tempo di mettere a punto anche tutta la parte tecnologica: si chiama programmare e ottimizzare”. Ma nel frattempo ricorda anche che le linee guida sulla scuola elaborate a luglio dal Veneto, in seguito mutuate da tutte le Regioni italiane, “prevedono già anche la didattica mista in presenza e a distanza”. Quindi, chiosa Zaia: “Non c’è nessun reato di lesa maestà”.
E al ministro dell’Istruzione Azzolina manda a dire: “L’apertura delle scuole è un must per tutti noi, lo dice uno che si è battuto per le riaperture. Il tema è un altro: se vai in vacanza con previsioni di sole per tutta la settimana, in valigia un ombrello ce lo metti comunque. Dopodiché la competenza è del ministro e del governo visto che, purtroppo, non ci ha concesso l’autonomia. Resterà in calce ciò che ho detto e vedremo chi aveva ragione”. Quindi il governatore afferma anche di non aver “mai parlato di Didattica a distanza tout court” ma di aver proposto “una Dad alternata pensata in maniera organica che è diversa da quanto succede ora nelle scuole di molte regioni, non in Veneto, che non hanno aule a sufficienza”. Ovvero, la didattica “deve essere tarata sul tema degli assembramenti e dei trasporti, garantendo una sensata alternanza alle ultime classi delle superiori con un impatto minimo sull’esperienza scolastica”, conclude.