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Voto di fiducia: il Senato si riunisce domani, 13 agosto, alle 18 per decidere quando votare la fiducia a Conte

Immagine di copertina

Oggi, 12 agosto, si è riunita la conferenza dei capigruppo per decidere la calendarizzazione della mozione della Lega

Voto di fiducia a Conte: martedì 13 agosto il Senato si riunisce per la calendarizzazione della mozione di sfiducia

Alle 16 di lunedì 12 agosto è stata convocata la conferenza dei capigruppo al Senato per scegliere la data in cui Palazzo Madama si riunirà per il voto di fiducia a Conte. Dal momento che  non c’è stata l’unanimità dei capigruppo, la presidente del Senato ha rimandato la decisione all’Assemblea, che si riunirà domani, 13 agosto alle ore 18 e deciderà sulla calendarizzazione della mozione di sfiducia.

La Conferenza dei Capigruppo ha deciso a maggioranza. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dovrebbe intervenire a Palazzo Madama il 20 agosto. Domani il Senato confermerà questa ipotesi.

(Qui gli ultimi aggiornamenti sulla crisi di governo).

“La convocazione dell’Assemblea, nell’ipotesi in cui il calendario dei lavori non venga approvato in capigruppo all’unanimità, non costituisce forzatura alcuna, ma esclusivamente l’applicazione del regolamento”, afferma Casellati, citando l’articolo 55.

La decisione è stata dichiarata “gravissima” da Leu.

In mattinata si sono riuniti i parlamentari dei tre gruppi più numerosi: M5s, Lega e Pd.

Il centrodestra preme perché si voti la fiducia a Conte il prima possibile, puntando sulle assenze fra le file dei partiti avversari e in particolare tra i Dem, vista la chiusura delle Camere per le pausa estiva.

Se si votasse domani il calendario, per evitare di essere messo in minoranza il fronte di quanti vogliono rinviare la discussione alla prossima settimana potrebbe giocare “solo” la carta del numero legale in Aula, facendolo mancare.

Cosa può succedere domani? Il centrodestra unito (FI, FdI e Lega), che vuole andare al voto il prima possibile, potrebbe contare su 136 voti. Il fronte di chi non vuole andare al voto, conta invece su 168 voto (M5s, Pd, Leu e gruppo misto). I dem non sono però al completo a causa di numerose assenze, che potrebbero mettere a rischio il voto. In questo caso una strategia potrebbe essere quella di far saltare il numero legale, che è di 161 senatori. Se dovesse mancare il numero legale la seduta potrebbe, da regolamento, essere convocata ogni 20 minuti fino a 4 volte nello stesso giorno, per poi essere rinviata al giorno successivo, ripartendo dallo stesso orario. Questo meccanismo si può ripetere fino a che non si raggiunga in Aula il numero legale per procedere con la deliberazione.

Intanto, la mozione di sfiducia presentata dalla Lega contro il premier Giuseppe Conte ha la “prevalenza” sulla mozione di sfiducia del Pd contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini e dunque andrebbe votata prima. È quanto affermano fonti parlamentari di opposizione e della Lega, in vista della riunione dei capigruppo del Senato. In questi giorni si sono studiati regolamenti, precedenti e prassi e sarebbe emerso, a quanto sottolineano le stesse fonti, che la mozione di sfiducia al presidente del Consiglio, facendo decadere l’intero governo, prevarrebbe su quella al singolo ministro e quindi andrebbe votata prima. Per questa ragione in conferenza dei capigruppo la Lega farà valere la richiesta di dare precedenza alla propria mozione e respingere la richiesta del Pd di votare prima quella a Salvini.

Le reazioni politiche

“Salvini si fa chiamare capitano ma ha abbandonato la nave nel momento del coraggio'”, ha detto Di Maio ai suoi: “La Lega ritiri i suoi ministri o sfiduci se stessa”.

E ha aggiunto: “Mattarella è l’unico che decide quando e se andare a votare. Già è surreale che ci debba essere crisi a Ferragosto. Ai cittadini viene scaricata addosso la preoccupazione non delle elezioni ma di una crisi che colpirà misure per loro importanti. Un governo non si insedierà prima di dicembre: salterà tutto quello che abbiamo fatto, quindi reddito, quota 100…Stiamo parlando del futuro del nostro Paese”.

“Non è credibile l’ipotesi di un governo per fare la manovra economica e portare poi alle elezioni”, dice Zingaretti. “Apriamo la crisi e vedremo con Mattarella quale è la forma migliore più seria e credibile per salvare l’Italia”, dice il segretario dem.

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti incontra alle 14 al Nazareno il capigruppo Dem al Senato Andrea Marcucci e, in rappresentanza del presidente dei deputati Graziano Delrio, il segretario d’Aula e membro del consiglio di presidenza della Camera Enrico Borghi. Il colloquio serve a fare un punto in vista delle riunioni dei capigruppo di Camera e Senato. Graziano Delrio non riesce a essere a Roma in tempo per la riunione, che precede l’assemblea di gruppo convocata alle 15 in Senato, ma a quanto si apprende in questi giorni è stato in continuo contatto con il segretario.

A seconda degli esiti degli incontri tra i capigruppo parlamentari, calendarizzati tra oggi e domani, Mattarella deciderà se anticipare il rientro nella capitale o se proseguire il programma delle sue vacanze in Sardegna.

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