Von der Leyen tiferà Italia: così la diplomazia italiana si è attivata per ottenere l’endorsement della leader Ue
Ormai la finale dei campionati europei Italia-Inghilterra di domani sera sta diventando un “affare di stato”. D’altra parte non è un mistero per nessuno che siano tifosissimi sia i reali di Inghilterra che il primo ministro inglese Boris Johnson così come altrettanto super tifosi sono il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi e il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
Ha fatto particolarmente piacere, quindi, ai piani alti della Repubblica che la numero uno della commissione europea e pupilla della leader tedesca Angela Merkel, Ursula von der Leyen si sia apertamente schierata a favore del Belpaese: “Il suo cuore è con la squadra azzurra, quindi la presidente tiferà per l’Italia domenica”: il portavoce della Commissione europea Eric Mamer ha risposto così (addirittura parzialmente in italiano) alla domanda di un giornalista inglese sulle preferenze della presidente von der Leyen per la finale degli Europei.
Un “avviso ai naviganti” in piena regola. La cosa ha fatto particolarmente piacere perché erano troppi ormai i timori diffusi anche tra i massimi vertici istituzionali del belpaese circa possibili favoritismi per la squadra di casa. D’altra parte, sarebbe stato ben strano se la presidente della commissione europea si fosse schierata con una nazione, l’unica fino ad ora, che ha preferito la Brexit anziché restare in Europa (almeno in quella istituzionale e politica).
Ma c’è di più perché i soliti beni informati giurano che l’uscita della von der Leyen non sia stata affatto casuale ma che sia giunta dopo qualche importante sollecitazione (molto “diplomatica”) proveniente dal Belpaese.
Un modo tanto eloquente quanto efficace per mandare un segnale a chi di dovere e cercare di riequilibrare per tempo la situazione onde evitare spiacevoli “disparità di trattamento” nei confronti della nazionale tricolore (tanto più che domani sera a capo della Var ci sarà il tedesco Bastian Dankert, con assistenti i connazionali Christian Gittelmann e Marco Fritz). Per la serie: meglio prevenire che curare.