“Mi ha spinto ed è partito un colpo”: la versione dell’assessore leghista che ha ucciso un marocchino
“Mi ha spinto ed è partito un colpo”: la versione dell’assessore leghista che ha ucciso un marocchino
“Mi ha spinto ed è partito un colpo, era furioso per la mia chiamata alla Polizia”, questa la versione di Massimo Adriatici, l’assessore leghista di Voghera arrestato per aver sparato a un 39enne di origini marocchine ieri sera in piazza Merardi, nel comune lombardo.
Secondo quanto ricostruito i fatti si sono svolti poco dopo le 22 di martedì 20 luglio, quando tra l’assessore leghista del comune lombardo e la vittima è scoppiata una violenta lite davanti a un bar. Il 39enne, secondo la ricostruzione, stava infastidendo alcuni clienti del bar: l’assessore avrebbe avvertito le autorità, ma sarebbe stato aggredito dalla vittima.
Adriatici avrebbe quindi estratto la pistola ed esploso un colpo ferendo gravemente l’uomo, che è successivamente deceduto in ospedale. Ex poliziotto, Adriatici è, secondo quanto si legge sul suo profilo Facebook, docente di diritto penale e procedura penale presso la Scuola allievi agenti Polizia di Stato Alessandria e titolare di un rinomato studio legale. Eletto nelle file della Lega, da ottobre 2020 è assessore alla Sicurezza del comune in provincia di Pavia guidato dalla sindaca di centrodestra Paola Garlaschelli.
L’Assessore, che deteneva regolarmente la pistola con cui ha sparato, ora si trova agli arresti domiciliari. Secondo il segretario del suo partito, Matteo Salvini, si è trattato di “legittima difesa”. Il Pd intanto ha chiesto che la Lega“condanni il gesto di Adriatici”. “Tragedia frutto di una risposta a un’aggressione con un colpo partito accidentalmente”, hanno sottolineato poi fonti della Lega.