Vocabolario Schlein: ecco tutte le parole-chiave della leader dell’opposizione
Dalla A di “Alleanze” alla V di “Videogiochi”. Il Pd di Elly Schlein è ancora un cantiere aperto. Ecco un dizionario semiserio per provare a orientarsi e a conoscere meglio le idee e la visione della segretaria del Partito democratico
Lo stile e molti dei temi portati avanti da Elly Schlein rappresentano una frattura rispetto alla storia recente del Partito Democratico, abbastanza da convincere migliaia di cittadini a eleggerla segretaria nei gazebo. Ma al tempo stesso oggi si trova al centro di critiche per i magri risultati finora portati a casa e il bersaglio sono proprio quei temi e quelle caratteristiche che, nel bene e nel male, rappresentano la novità di Elly Schlein. Ecco, quindi, un vocabolario semiserio per provare a orientarsi e a conoscere meglio le idee e la visione della donna che da quattro mesi è alla guida del PD ed è sulla bocca di tutti coloro che seguono la politica italiana.
Non è solo l’aggettivo di chi ha sfidato, forse incautamente, l’establishment piddino, ma anche il nome della lista che venne presentata da Elly Schlein e Igor Taruffi (oggi responsabile Organizzazione del PD) in Emilia-Romagna in occasione delle Regionali del 2020, quando Bonaccini ha rischiato di perdere con la leghista Borgonzoni. Prese il 3,73 per cento con il sostegno esplicito di Bersani ed Errani. Di fatto, quella lista fu il biglietto da visita per il ritorno da sinistra di Elly Schlein nel PD e il suo primo passo verso la segreteria.
Erano i giorni tragici della congiura dei 101 nello scrutinio segreto per il Quirinale. E mentre il PD, dopo aver bruciato Marini e detto no a Rodotà, impallinava Prodi nel segreto dell’urna, ecco che una ragazza di ventisette anni saliva alla ribalta. Occupando le sedi del partito (che un paio di anni dopo avrebbe lasciato) insieme a centinaia di militanti, soprattutto giovani, disgustati e increduli dalla pugnalata assestata al padre nobile del PD. Lo stesso Prodi che oggi invita Schlein a un compromesso su tutto per evitare di rimanere in un cul de sac.
Alla fine, il PD lo ha occupato davvero! Vincendo inaspettatamente le primarie dello scorso 26 febbraio, Elly Schlein si è insediata alla segreteria insieme a un gruppo di persone che, per lo più, del PD, in passato, era stato avversario. Non c’è da stupirsi che dopo silenzi su argomenti chiave e risultati non proprio entusiasmanti, il gruppo dirigente storico abbia storto il naso su queste scelte. Forse i suoi avversari interni pensavano fosse una corsa chiusa e non l’hanno vista arrivare, ma forse adesso è arrivato il momento che siano gli elettori a vederla arrivare!
«Anche stavolta non ci hanno visto arrivare!», aveva esclamato Elly Schlein non appena è stata eletta segretaria. Nell’anno delle underdog al femminile, Schlein e Meloni, diversissime in tutto ma accomunate dal fatto di aver scalato il potere senza santi protettori alle spalle, hanno dato vita a un sorprendente bipolarismo al femminile che ha messo ai margini sia Conte che il duo Renzi-Calenda. Lugano contro la Garbatella: chi avrà la meglio da qui al prossimo voto nazionale?
I sondaggi, per ora, parlano chiaro: il partito della Meloni quasi al 30, il PD arranca intorno al 20. Dopo l’entusiasmo iniziale, oggettivamente, il partito è in difficoltà. La novità non basta più e la posizione netta sui diritti non compensa le divisioni interne e i tentennamenti su temi cruciali che investono la vita delle persone. Alle Europee manca un anno. Se l’esito dovesse rispecchiare il quadro attuale, per Elly Schlein sarebbero dolori.
La destra esiste, la sinistra no. Litigano, si azzuffano, vanno vicini alla rottura, ma alla fine Meloni, Salvini e Tajani marciano sempre insieme. Dall’altra parte, al netto delle photo opportunity in piazza o davanti a una limonata, il campo progressista stenta a nascere. Schlein, al pari di Letta, vorrebbe tenere insieme da Conte a Calenda, da Fratoianni a Renzi. Fratoianni ci sta, Conte tentenna, Calenda no, Renzi ancora meno. E così, dal Molise alle Amministrative, il Partito Democratico ha rimediato molte sonore sconfitte.
Gridò Nanni Moretti in piazza Navona: «Con questi dirigenti non vinceremo mai!». Ventuno anni dopo, i dirigenti sono cambiati ma l’anatema non è stato ancora smentito.
Tutto si può dire a Elly Schlein, tranne che non abbia le idee chiare sui diritti. Dal femminismo alle coppie arcobaleno, è sempre sul pezzo, sempre in piazza, in prima linea in ogni manifestazione anti-fascista. Esordì a sostegno della preside Savino dopo gli incresciosi fatti di Firenze e da quel momento non ne ha mancata una. In mezzo alla folla ritrova applausi, slancio e vigore dialettico. Dovrebbe riuscire nell’impresa di trasferire in Parlamento e su tutti i temi cruciali questa capacità di fare opposizione.
«Salveremo il mondo con un pollo di gomma in carrucola»: per anni sulla bio di Twitter della segretaria del PD ha campeggiatori questa frase. Indecifrabile per i più attempati ma un motivo in più per sostenerla per i Millennials che, come lei, sono cresciuti a pane e “Monkey Island”. Si autodefinisce “nerd” e dice che usa i videogiochi la sera per “decomprimere”. Qualcosa che Renzi e Orfini nel 2015 avevano mostrato al pubblico quando nell’attesa dei risultati elettorali delle regionali si cimentarono in una partita di Pro Evolution Soccer. Ve lo immaginate Cuperlo che la sera impugna il joystick per cimentarsi con la PS5?
Militante
L'”estate militante” che ha annunciato in Direzione è partita dal Pigneto, dove ha lanciato un’iniziativa dedicata alla casa, tema delicatissimo, soprattutto in una città come Roma, proprio mentre le opposizioni, Italia Viva esclusa, trovavano un accordo sul salario minimo. La mobilitazione estiva del PD proseguirà nei prossimi mesi, ad esempio occupandosi di PNRR e autonomia, con una mobilitazione ad hoc prevista per il 14 e 15 luglio. I diritti civili sono sacrosanti ma anche i temi economici e sociali devono essere tenuti nella dovuta considerazione, forse è quello che più di tutto finora è mancato al PD targato Schlein. Basterà un’estate per capirlo?