Primarie Pd, Vittorio Di Battista sostiene di aver votato tre volte: ma quando lo scrive sui social i gazebo sono ancora chiusi
La provocazione del padre di Alessandro, esponente dei Cinque Stelle
VITTORIO DI BATTISTA PRIMARIE PD – Vittorio Di Battista, padre di Alessandro Di Battista – tra i volti più noti dei Cinque Stelle – racconta sui social di aver votato alle primarie del Partito democratico e di come si sia “mosso con irregolarità”. Ma quando lo fa sono solo le 7:36 del mattino (del 3 marzo 2019). Peccato che i seggi sono stati aperti dalle 8:00.
Su Facebook Di Battista senior scrive con evidente tono ironico: “Mistero buffo. Oggi farò il bravo cittadino. Mi sono docciato, ho preso il caffè, accesa la prima sigaretta e sono pronto. Carta di identità, tessera elettorale e due euro. Vado a votare alla sede del Pd (già gloriosa sezione del PCI) di Civita Castellana, in via San Gratiliano, senza numero civico. Malgrado i due euro falsi, sono riuscito a indicare il mio ‘segretario’ preferito, il più bello e il più simpatico, Bobo Giachetti”.
L’uomo continua con la provocazione: “Soddisfatto, salgo in macchina e vado a Castelnuovo di Porto, presso la Sala Polivalente di via Renzo Gloria, a esprimere la mia preferenza per Maurizio Martina, mio candidato autentico, malgrado i due euro falsi. L’operazione riesce senza intoppi e allora risalgo in macchina e, dopo neanche venti minuti, a Roma, vado al seggio numero 3 di Piazza Mazzini dove, per spirito caritatevole, il mio voto lo riservo per il fratello del commissario”.
“Sono felice, felice di avere esercitato un diritto democratico, felice della cortesia degli addetti ai seggi e felice di non aver dovuto superare nessun controllo. Settantaquattro anni di Repubblica democratica e antifascista mi hanno insegnato i valori fondanti di questa nuova Italia. Con un documento valido, la tessera elettorale e qualche euro falso, puoi comportarti da bravo cittadino e far contenti tutti e tre i candidati, far gioire i commentatori e triplicare il numero dei ‘votanti'”, sostiene Vittorio Di Battista.
Che conclude sui social: “E pensare che il buon Benito definiva le elezioni “ludi cartacei”… A ‘mbecilli!”.