Chi è Vittorio Colao, a capo della task force per la “ricostruzione” dopo l’emergenza Coronavirus
Chi è Vittorio Colao, a capo della task force per la “ricostruzione” dopo l’emergenza Coronavirus
Il manager Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone, guiderà la task force voluta dal premier Giuseppe Conte per ricostruire il paese dopo l’emergenza Coronavirus. Lo ha annunciato il premier nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato la proroga delle misure restrittive anti-Coronavirus fino al 3 maggio. La task force sarà composta da economisti, giuristi e scienziati con “compiti larghissimi” e il compito di aiutare l’esecutivo nel difficile compito di rimettere in sesto il paese. Ma chi è Vittorio Colao?
Chi è Vittorio Colao: profilo, biografia e carriera
Vittorio Colao è nato a Brescia il 3 ottobre del 1961. Si è laureato in Economia e Commercio alla Bocconi e ha ottenuto un MBA all’Università di Harvard. Ha iniziato a lavorare a Londra presso Morgan Stanley, per poi tornare a Milano, dove ha lavorato per Mckinsey & Company. E’ diventato di direttore generale di Omnitel Pronto Italia (oggi Vodafone Italia) nel 1996, e dal 2001 è stato CEO regionale di Vodafone per l’Europa meridionale.
L’anno successivo è entrato nel consiglio di amministrazione della società. Ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato di Rcs MediaGroup dal 2004 al 2006. Poi è tornato al gruppo Vodafone, dove dal 2008 al 2018 è stato amministratore delegato.
La scelta di Conte, secondo Repubblica, è ricaduta su Colao proprio per la sua esperienza da manager internazionale, dal momento che nei prossimi mesi l’emergenza legata al virus non sarà solo sanitaria ma soprattutto economica. Per la costituzione del gruppo già la scorsa settimana sono stati consultati sia i partiti di maggioranza sia il Quirinale. Inizialmente si era pensato anche a Mario Draghi.
La task force farà riferimento alla presidenza del consiglio, ma assumerà una parte delle competenze di alcuni ministeri: una novità assoluta che ha un precedente simile nel “Comitato interministeriale per la ricostruzione” che venne istituito proprio nel 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale.
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