Il capo politico M5S Vito Crimi a TPI: “Serve un Netflix dei giornali. Sì a estendere finanziamento per quotidiani online”
L'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria propone un ripensamento dell'attuale finanziamento pubblico all'editoria e un nuovo modello di incentivi per i giornali online
“Va rivisto completamente il sistema attuale della distribuzione del finanziamento all’editoria. Inoltre le lancio una provocazione: serve una piattaforma unica dove il lettore, a fronte di un pagamento unico, ha a disposizione tutti i giornali, come un Netflix dei giornali”. A dirlo è Vito Crimi, capo politico ad interim del Movimento 5 Stelle, attuale viceministro dell’Interno ed ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’informazione e all’editoria nel primo governo Conte, nel corso di una conferenza in streaming organizzata dall’Uspi (Unione stampa periodica italiana) nell’ambito dell’incontro “Il mercoledì degli editori” moderato dal segretario generale dell’Uspi Francesco Saverio Vetere e dal direttore di TPI Giulio Gambino.
“Alcune cooperative – continua Crimi – sono finte e beneficiano del finanziamento all’editoria. Quindi, nel rispetto dell’intero mondo editoriale, ritengo che andrebbe rivisto quel sistema, anche sotto forma di finanziamenti locali, come un incentivo a investire”. Secondo il viceministro, anche i giornali online come TPI dovrebbero beneficiare di un ripensamento del finanziamento all’editoria: “Basta che non sia un incentivo al non crescere. Perché finora la logica è stata: ‘Tanto c’è il finanziamento pubblico, faccio affidamento a quei fondi e non rinnovo’. Invece non ci si deve adagiare”.
Crimi propone anche delle soluzioni: “Sarebbe utile un Netflix dei giornali, per migliorare l’accessibilità del lettore a un’informazione plurale. Ovvero si paga l’abbonamento una volta e poi si può scegliere fra tante testate. Poi si potrebbe pensare anche a un finanziamento quinquennale. È necessario che i giornali online, come TPI, diventino sempre più accessibili nella loro fruizione mobile, se un prodotto editoriale ha una penetrazione capillare e cattura il lettore, questo consente di avere maggiore capacità di raccolta di pubblicità: se si riesce a fare prodotti ben fatto, allora lo stato dovrebbe dare il suo sostengo a questi processi migliorativi”. E rispetto al “fenomeno Google” il capo politico del Movimento Cinque Stelle dice: “Va governato. Ma non dobbiamo ostruirlo”.