Vitalizi: “La Commissione pronta a ripristinarli al Senato”. Scoppia la polemica
Un articolo del Fatto quotidiano parla di una "sentenza già scritta" da parte dell'organismo di giustizia di Palazzo Madama. Ma la Commissione Contenziosa smentisce
Vitalizi: “La Commissione pronta a ripristinarli al Senato”. Scoppia la polemica
I vitalizi tornano a far scoppiare una polemica politica. Stavolta l’oggetto del contendere è la presunta volontà da parte della commissione a ciò deputata del Senato (la Commissione Contenziosa) di accogliere gli oltre 700 ricorsi di ex senatori contro la decisione del 2018 del Senato di ricalcolare con metodo contributivo (e quindi di fatto di tagliare) i loro trattamenti pensionistici.
La questione del taglio dei vitalizi è una delle battaglie simbolo del Movimento Cinque Stelle e riguarda complessivamente circa 2mila ex parlamentari – tra Camera e Senato – che hanno fatto ricorso contro la delibera della Camera di appartenenza. Sul ricorso, in base al “principio dell’autodichia” (l’autogiurisdizione del Parlamento), sono chiamati a esprimersi come organo giurisdizionale di primo grado il Consiglio di giurisdizione della Camera e la Commissione contenziosa del Senato.
A palazzo Madama la decisione in merito è prevista per il 20 febbraio, quando si terrà la camera di Consiglio della Commissione, ma ieri il Fatto quotidiano ha riportato la notizia che ci sarebbe una “sentenza già scritta” e questo ha suscitato immediatamente la reazione del M5S, che ha chiesto di sostituire i giudici.
La notizia è stata smentita dal presidente della commissione Contenziosa di Palazzo Madama, Giacomo Caliendo, che si dice pronto a “denunciare penalmente per violazione del segreto della camera di consiglio” chi ieri ha fatto circolare queste indiscrezioni.
Il Movimento Cinque Stelle: “Sostituire i giudici”
“Le notizie riportate oggi dal Fatto Quotidiano sui vitalizi al Senato sono la testimonianza di quanto ormai da mesi abbiamo denunciato”, si legge in un post del Movimento 5 Stelle pubblicato sul Blog delle Stelle. “Nella Commissione Contenziosa, che deve esaminare più di 700 ricorsi degli ex senatori che chiedono di riavere i loro vitalizi, sembra esserci la volontà di accogliere questi ricorsi e ripristinare il più odioso tra i privilegi che la vecchia politica si è auto attribuita. E la cosa ancor più grave è che da quanto emerge sembra esserci una sentenza già scritta, senza che si sia tenuta ancora alcuna camera di consiglio”.
“Lo scorso 4 novembre era prevista la riunione decisiva”, prosegue il post, “ma il clima che precedeva i lavori della Commissione e un forte sospetto di conflitto d’interessi per alcuni componenti”, “lasciava pensare” che avessero “già maturato il convincimento che il privilegio dovesse tornare in vita e questo senza che i 5 giudici si fossero riuniti per esaminare i documenti”.
“Chiediamo che si riparta da zero e si recuperino la credibilità e la serenità necessarie a far lavorare bene la Commissione Contenziosa del Senato”, aggiunge il Movimento. “Al suo interno devono essere nominati senatori eletti a partire dal 2013, perché loro, a differenza dei predecessori, non hanno diritto al vitalizio ma ad un trattamento contributivo. Anche i componenti tecnici devono essere al di sopra di ogni sospetto, liberi da qualsiasi legame che possa anche solo suscitare un dubbio di indipendenza di pensiero”.
Contro il Movimento Cinque Stelle si sono schierati i Radicali. “Per ridurre i vitalizi i parlamentari del M5S avrebbero potuto proporre una legge ordinaria ma hanno preferito lo strumento della delibera: hanno cioè cavalcato e preferito nascondersi dietro il privilegio dell’autodichia – giurisdizione interna unica al mondo – spianando la strada al risultato di oggi”, affermano in una nota Maurizio Turco e Irene Testa, Segretario e Tesoriera del Partito Radicale. “È troppo comodo avallare l’esistenza di “tribunalini” interni alle istituzioni, della cui legittimità andrebbe investita la Corte Costituzionale, e poi lamentarsi quando negli stessi si è in minoranza”, sottolinea la nota.
Vitalizi, Macina: “Silenzio Casellati è grave”. Il Senato: “La presidenza non può intervenire”
Il capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali, alla Camera, Anna Macina, ha definito “grave” il silenzio sul tema della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. “Il silenzio della Casellati, che dovrebbe garantire il corretto funzionamento di tutti gli organi di Palazzo Madama, è grave”, ha scritto Macina in una nota. “Il Presidente del Senato dovrebbe chiarire e spiegare, infatti, se le circostanze riportate dal quotidiano siano vere o meno”.
Di tutta risposta, il Senato ha sottolineato in una nota che “gli organi di autodichia del Senato, e cioè la Commissione Contenziosa e il Consiglio di Garanzia, sono organi giurisdizionali e, come tali, secondo quanto affermato dalla Corte Europea e dalla Corte Costituzionale, sono organi autonomi e indipendenti”.
“In ragione di ciò – viene sottolineato – non è consentito al Presidente del Senato qualsivoglia tipo di intervento o ingerenza sulle loro attività sia di merito che di composizione di organo già costituito, salvo le dimissioni dei componenti. Attività che, giova ricordarlo, sono disciplinate dagli articoli 72 e seguenti del Testo Unico delle Norme Regolamentari dell’Amministrazione riguardanti il Personale del Senato della Repubblica”.