Cara Raggi, è Roma a essere piatta. Mica la luna
È Roma a essere piatta. Mica la luna. Mica la luna che voleva appiattire Virginia Raggi al telefono con l’amministratore delegato dell’Ama che avrebbe dovuto aggiungere al bilancio un po’ di fantasia per fare quadrare i conti come fanno i bugiardi, gli inetti, i furfanti.
È Roma a essere piatta, dopo anni di non amministrazione che sono riusciti addirittura a fare rimpiangere le amministrazioni precedenti, quando tutto era solo caos, eppure era meglio quel caos di ridde di voci piuttosto che un caso che ora ha la forma di rifiuti, disservizi, dimissioni, sostituzioni, indagini, novità processuali e tutto il resto.
È piatta perché si sta trasformando nell’assist perfetto all’onnivoro Salvini che può, ancora una volta, distogliere l’attenzione della sua inettitudine sparando sulla croce rossa, e la croce rossa è Roma.
È piatta perché doveva essere l’avamposto del cambiamento per il Movimento 5 Stelle e invece è diventato un fardello anche per loro, una cosa di cui nel segrete stanze si vergognano, un argomento che affrontano malvolentieri, una domanda a cui rispondono con fatica.
In quella frase della Raggi, in cui ordina a Lorenzo Bagnacani di eseguire gli ordini senza tenere conto dei numeri, in cui addirittura si bulla di poter appiattire la terra purché i conti tornino ci sono tutti quei professionisti delle carte apposto che per anni sono stato il simbolo della peggiore politica della Prima, della Seconda e ora della Terza Repubblica.
Il Movimento 5 Stelle, in un gesto del genere, tradisce gli ideali stessi per cui è nato. “Se i romani si affacciano vedono la merda in città, in alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenuto bene, in altre zone non c’è modo, non c’è modo, se aumento la Tari, la mettono a ferro e fuoco”, certificando nella sua intercettazione quello che per anni ha negato in pubblico e confermando che a Roma la situazione rifiuti (ma mica solo quella) è completamente fuori controllo.
Roma è piatta perché sembrano così lontani i tempi in cui tutti (con la Raggi in testa) ci dicevano che Ignazio Marino fosse troppo distaccato dalla realtà per essere opportuno come sindaco di Roma e ora viene da chiedersi cosa altro debba succedere perché la Raggi venga dichiarata troppo distaccata dal rispetto delle regole della buona amministrazione e se ne ritorni a casa.
Ha provato a fare la sindaca, ha raccolto la (giusta) speranza dei romani e ha avuto la sua occasione. L’ha sprecata. Glielo spieghino gli amici. Glielo dica il suo capo politico. Glielo sta ripetendo quell’ex amministratore delegato che è stato licenziato perché non ha truccato i conti. Glielo stanno dicendo tutti. Ne prenda coscienza. Per il bene di Roma.