“Vietato dire Natale”: l’Ue fa retromarcia sul linguaggio inclusivo
La Commissione europea fa retromarcia sul linguaggio inclusivo e il consiglio di evitare nelle comunicazioni interne la parola “Natale”.
La commissaria europea all’Uguaglianza Helena Dalli ha ritirato le nuove linee che avevano provocato la reazione negativa di molti esponenti politici italiani e non solo. “Non è un documento maturo e non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione”, ha detto la commissaria.
L’idea iniziale era quella di dettare regole in grado di rispecchiare “la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione europea verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei”. Tuttavia, ha ammesso la stessa commissaria Dalli, la versione delle linee guida redatta e pubblicata “non serve adeguatamente questo scopo, richiede chiaramente più lavoro”.
Più in generale le linee guida limitavano i riferimenti a “genere, etnia, razza, religione, disabilità e orientamento sessuale”. In base a ciò i funzionari di Bruxelles, si leggeva nel documento, “non dovrebbero dare per scontato che tutti siano cristiani perché tutti celebrano le feste cristiane, e non tutti i cristiani le celebrano nelle stesse date”.
Su Twitter il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ha commentato così il passo indietro della commissaria europea all’Uguaglianza: “Ha ammesso l’errore e ritirato il documento. Bene. Si trattava di un documento assurdo e sbagliato. Una comunità non ha paura delle proprie radici. L’identità culturale è un valore, non una minaccia”.
In riferimento al documento il Segretario di Stato della Santa Sede Pietro Parolin ha affermato che: “Le discriminazioni non si combattono così”. Matteo Salvini non ha usato mezzi termini: “Ritirata la porcheria delle linee guida Ue sulla comunicazione e sul Natale grazie alle migliaia di persone che hanno reagito”.