Verona, la mozione di un consigliere nega i cori razzisti a Balotelli: “Condanniamo chi offende la città”
Verona, mozione nega cori razzisti a Balotelli
Cori razzisti allo stadio per Mario Balotelli durante Verona-Brescia? Gli amministratori del Comune scaligero li negano e qualcuno, in Consiglio comunale, prende addirittura iniziativa per denunciare il calciatore e chi osa “offendere” la città veneta.
Il consigliere della maggioranza di centrodestra, Andrea Bacciga, ha presentato una singolare mozione per chiedere di impegnare il sindaco, gli assessori e gli uffici legali a “diffidare legalmente e/o adire le vie giudiziali nei confronti del calciatore e di tutti coloro che attaccano Verona diffamandola ingiustamente”.
Secondo il documento, allo stadio nessuno dei presenti ha udito insulti razzisti nei confronti Balotelli, “né il pubblico presente, né la panchina del Brescia, né i giornalisti e nemmeno i professionisti della piattaforma Sky a bordo campo”. Ma – si legge – “iniziava da subito una campagna mediatica contro la città di Verona sia da alcuni politici, come risulta dal comunicato del Pd, sia da alcuni giornalisti che, seppur non presenti allo stadio, non hanno perso l’occasione di gettare fango sulla nostra città”.
“Non è più accettabile – dice ancora la mozione indirizzata al presidente del Consiglio Comunale e datata 4 novembre – che Verona sia messa sul banco degli imputati, pur quando, come in questo caso, non è accaduto nulla”.
Una foto della mozione è stata largamente condivisa in queste ore sui social network. Ma sono molteplici anche le testimonianze video dei cori razzisti di una curva, quella dell’Hellas Verona, dove notoriamente sono presenti frange di estrema destra.
Bacciga, eletto nella lista ‘Battiti per Verona’ fondata dal sindaco Federico Sboarina, a maggio scorso è stato rinviato a giudizio per un saluto fascista rivolto alle attiviste del gruppo ‘Non una di meno’ nel corso di una seduta del Consiglio comunale dove si stavano discutendo mozioni anti-abortiste.
la mozione è firmata anche da altri consiglieri, come i leghisti Paolo Rossi e Anna Grassi.