La verità sul Mes. Conte, Salvini, Meloni: ecco chi ha ragione
Mes: Conte, Salvini e Meloni, chi dice il vero?
La conferenza stampa del premier Conte ha scatenato numerose polemiche. Il punto cruciale della querelle è il MES, il fondo salva stati. Andiamo con ordine, iniziando dai post di Matteo Salvini e Giorgia Meloni che hanno scatenato la reazione di Giuseppe Conte.
Matteo Salvini il 9 aprile 2020 alle 23.24, poco dopo la fine della riunione dell’eurogruppo, scrive: “9 aprile: il governo Conte approva il MES (e senza Eurobond)”. Fatto non corrispondente al vero, in quanto il MES è uno degli strumenti approvati e suggeriti dall’intera assemblea dell’eurogruppo per far fronte agli effetti economici della pandemia da Covid-19, ma non si tratta di uno strumento obbligatorio per gli Stati, né di uno strumento che è stato richiesto dall’Italia, almeno ad oggi. I paesi che lo desiderano potranno fare domanda per i mutui MES, ma ad oggi l’Italia non risulta tra i richiedenti.
Sempre Matteo Salvini, il 10 aprile 2020 ribadisce lo stesso messaggio: “Sì MES, no TAV” aggiungendo inoltre il tema della proposta di patrimoniale, avanzata da Delrio, ma non dal Governo Conte, e parlando di televisioni e giornali che “nascondono” questi presunti fatti. Anche in questo caso il messaggio di Salvini è che l’Italia ha approvato il MES ed evidentemente lo utilizzerà.
Il 9 aprile 2020, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, pubblica questa dichiarazione leggibile nella caption: “il ministro Gualtieri ha firmato per attivare il MES” e infine la grafica: “Il governo ha detto sì al MES”.
Conte, il 10 aprile, durante il videomessaggio dice: “Mi corre l’obbligo di fare alcune precisazioni, alcuni fatti. Il MES esiste dal 2012, non è stato istituito o approvato ieri, come falsamente dichiarato da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. L’eurogruppo non ha firmato niente né ha istituito alcun obbligo”. Questa affermazione è corretta, ovvero è vero che Salvini e Meloni hanno scritto in modo impreciso che l’Italia avrebbe approvato il MES.
Conte aggiunge: “Su richiesta di alcuni stati membri, non dell’Italia, l’Eurogruppo ha lavorato ad una proposta che non è ancora completata, di una linea di credito collegata al MES, totalmente nuova rispetto alle linee di credito esistenti”. Sempre Conte: “Si è arrivati al 2012, c’era un governo di centrodestra, Meloni era ministro, si è arrivato a confezionare questo strumento quando io non c’ero, è stato ratificato dal Parlamento. Se questa è considerata una trappola dall’Italia allora bisogna assumersi le responsabilità”.
È vero che lo strumento MES è stato sostenuto da un governo di centrodestra, ma non nel 2012, e questa è un’imprecisione. Il primo momento di approvazione risale al 24 giugno 2011, a dimostrarlo sono le note ufficiali rilasciate dalla Commissione Europea.
Il trattato di avvio del MES è quindi stato firmato dai ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona. In Italia, il 24 giugno del 2011 il ministro delle finanze è Giulio Tremonti.
È però importante sottolineare che il MES, in quella fase, era stato immaginato come uno strumento costituito da prestiti ed Eurobond, come ha specificato l’ex Ministro Giulio Tremonti, e come aveva raccontato in una sua intervista nel 2010 al Financial Times.
Nel 2011 del governo Berlusconi fa parte anche Giorgia Meloni (oggi FDI, all’epoca PDL), e altri 3 ministri della Lega che è ministro, ma con deleghe diverse da quelle della finanza e dell’economia. Fu quindi effettivamente il governo Berlusconi, nella sua collegialità ad approvare il primo MES, dove già erano definite le forti “condizionalità” a cui sarebbero stati sottoposti i Paesi richiedenti prestiti, ma dove si considerava di inserire uno strumento di accompagnamento costituito da Eurobond.
Nel momento della ratifica in Parlamento, successiva al Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, che all’epoca faceva parte del PDL, risulta effettivamente assente, ma negli organi collegiali, come Giunte comunali o Consiglio dei Ministri, la decisione è, appunto, collegiale. Non risulta che Giorgia Meloni abbia minacciato dimissioni o chiesto la rottura con Berlusconi dopo la decisione sul MES relativa ad agosto 2011. Per quanto riguarda il voto dei deputati Pdl, ci furono 20 astenuti e due contrari.
Rispetto a Matteo Salvini e ai deputati della Lega la situazione è simile: possiamo ritenere non del tutto estranei i ministri della Lega che hanno collegialmente approvato l’avvio del MES, anche se in una versione ritenuta differente, rispetto a quella poi attuata sul caso della Grecia. Rispetto alla votazione in Parlamento, i deputati della Lega votarono quasi tutti contro, mentre Matteo Salvini non si presentò il giorno della votazione all’Europarlamento, risultando assente.
Concludendo, possiamo affermare che i fatti dimostrano che l’avvio del MES e del meccanismo di condizionalità fu effettivamente sostenuto dal Governo Berlusconi, di cui facevano parte Giorgia Meloni e i ministri della Lega. È altrettanto vero che il meccanismo ha subito modifiche nella sua implementazione che possono aver alterato la percezione e la valutazione dei leader politici.. È infine falso che il governo italiano abbia ad oggi chiesto di ricevere un prestito MES, come è stato erroneamente comunicato sui social network di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.