Varoufakis: “Draghi obbedisce all’ordine finanziario, ogni democratico dovrebbe opporsi”
Varoufakis: “Draghi obbedisce all’ordine finanziario, ogni democratico dovrebbe opporsi”
“Draghi è al servizio dell’ordine finanziario, penso che ogni democratico in Italia debba opporsi al suo governo”. Lo dice Yanis Varoufakis, ex ministro dell’Economia greco, in una intervista rilasciata ad Alessandro Gilioli, direttore di Radio Popolare.
Draghi “politicamente è al servizio dell’ordine finanziario”, sostiene l’economista ellenico, tra i più duri oppositori delle politiche di austerity europee negli anni del crac finanziario di Atene.
“Ricordo bene quando Draghi (all’epoca presidente della Bce, ndr) fu decisivo nella chiusura dei bancomat in Grecia, così da impedire che il popolo greco decidesse liberamente nel referendum in cui si decideva la posizione da tenere nei confronti di Bruxelles”.
Secondo Varoufakis, Draghi è “tecnicamente molto capace” e “ha mostrato grandi capacità di capire cosa va bene e cosa no nella logica del servizio all’ordine finanziario e all’establishment”. “In questo senso è il premier ideale per l’Italia, se quello che voi veramente volete è implementare le politiche di Bruxelles e Berlino”.
Per l’ex ministro del Governo Tsipras il Recovery Fund non rappresenta un’occasione di salvezza per l’Italia: “Non è altro che un pacchetto di debiti”, dice. E “non sarebbe la prima volta”, osserva: “È già successo con Mario Monti, un altro uomo intelligente il cui governo tecnico ha agito come voleva la Troika, altrimenti sarebbe arrivata la Troika vera e propria”.
“Indubbiamente Draghi è intelligente e molto competente, molto bravo a raggiungere i suoi obiettivi. La grande tragedia del popolo italiano è che i suoi obiettivi sono nemici degli interessi della grande maggioranza degli italiani”, attacca Varoufakis.
E ancora: “Draghi non sarà autonomo, come non lo era l’ex premier Monti. Dovrà riferire a partiti che ormai sono degli zombie ma soprattutto a Bruxelles e Berlino. Potrebbe anche avere una sembianza abbastanza keynesiana e socialdemocratica, in pubblico magari incolperà perfino Bruxelles, Francoforte e Berlino di non sostenerlo abbastanza, ma eseguirà tutti i loro imperativi”.
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