Rimborsi illeciti quando era a Mosca, il generale Vannacci indagato (anche) dalla Procura di Roma
Il generale Roberto Vannaci, neo-eletto eurodeputato nelle liste della Lega, è indagato dalla Procura di Roma per falso in atto pubblico. L’accusa nei suoi confronti è di aver percepito illecitamente alcuni rimborsi e una indennità di servizio durante il suo incarico di rappresentante della Difesa in Russia, tra il febbraio 2021 e il maggio 2022.
Lo riportano oggi, venerdì 28 giugno, Il Fatto Quotidiano e il Corriere della Sera, secondo cui Vannacci presto potrebbe anche essere convocato dai magistrati. I fatti contestati sono gli stessi per cui il generale è già indagato – come noto – dalla Procura militare con l’accusa di truffa e peculato.
Sotto la lente d’ingrandimento della Procura sono finiti, da un lato, rimborsi per eventi e cene che non sarebbero mai avvenuti e, dall’altro, l’indennità di servizio per i familiari che il militare avrebbe percepito illecitamente: la moglie e la figlia, infatti, non avrebbero vissuto con lui a Mosca in quel periodo. Inoltre, ci sarebbe un testimone che ha riferito ai pm di una Bmw utilizzata illecitamente.
In base all’articolo 13 del Codice di procedura penale, un procedimento ordinario e uno militare possono rimanere separati se il reato militare contestato è più grave di quello comune, come in questo caso.
“Non abbiamo notizia formale della chiusura dell’inchiesta amministrativa militare, ma possiamo affermare che le accuse a suo tempo apparse sulla stampa erano infondate e che i fatti sono stati già chiariti con il Ministero nel corso dell’interlocuzione amministrativa”, spiega l’avvocato di Vannaci, Giorgio Carta.
“Abbiamo fornito le opportune informazioni – aggiunge il legale – e, documenti alla mano, abbiamo dimostrato che tutte le irregolarità di cui si era parlato nella stampa non erano tali. Per il resto non abbiamo ricevuto alcuna notifica formale da parte della Procura militare né da quella ordinaria; quindi, nemmeno conosciamo quali sarebbero le condotte eventualmente ancora contestate”.