Il ministro Valditara premia il merito degli amici suoi
Appena si è insediato il ministro dell’Istruzione ha annunciato di voler finalmente premiare le competenze. Ma nella sua squadra ha subito arruolato vecchi colleghi e figure vicine alla Lega
Sin dal suo insediamento il ministro Giuseppe Valditara ha voluto chiarire perché il governo abbia fortemente voluto aggiungere la parola «merito» alla denominazione del dicastero dell’Istruzione. «Il merito – ha spiegato il ministro in una nota – è anzitutto un valore costituzionale, chiaramente affermato e declinato dall’articolo 34 della Costituzione […]. Favorire il merito significa dare alle scuole infrastrutture e dotazioni di qualità, valorizzare gli operatori scolastici, sintonizzarsi con il mondo del lavoro, agire sulle competenze, fornire gli strumenti per sviluppare un percorso di crescita individuale e collettivo».
Nessun dubbio sull’esigenza che la scuola italiana abbia bisogno di tutto questo. Il dubbio, semmai, è capire quale criterio di «merito» abbia seguito lo stesso Valditara nella selezione del suo staff.
A scorrere l’elenco di collaboratori e consulenti, infatti, si trovano senz’altro accademici, ma anche colleghi, amici e personalità vicine al partito (la Lega) che ha premuto affinché fosse Valditara a rivestire il ruolo di ministro. Un esempio su tutti? Alessandro Amadori.
Per chi non lo conoscesse, parliamo di un noto sondaggista e saggista che da poche settimane affianca Valditara in qualità di stretto collaboratore del ministro occupandosi in particolare di «promozione di progetti di miglioramento dei processi di apprendimento individuale e collettivo nel sistema scolastico, di progetti di partenariato, collaborazione e cooperazione internazionale in ambito formativo ed educativo, con particolare riferimento ai Paesi dell’Africa e ai relativi sistemi scolastici nazionali».
Un incarico così composito da essere difficile anche solo ricordarlo. Non a caso, gli vale un compenso da ben 80mila euro lordi annui. La curiosità, però, è che Amadori e Valditara si conoscono da tempo.
Insieme, tanto per dire, hanno scritto un libro pubblicato da Piemme nel settembre 2022, a ridosso delle elezioni politiche. Titolo: “È l’Italia che vogliamo. Manifesto della Lega per governare il Paese”. Prefazione di Matteo Salvini.
C’è da sorprendersi? Probabilmente no, se consideriamo che Amadori è stato anche consigliere di Salvini a Palazzo Chigi (oltre ad essere ministro dell’Interno, il segretario della Lega era pure vicepremier) durante il governo Conte1. Quando si dice il merito.
E di merito senza dubbio si parla anche per l’incarico affidato a Vincenzo Vespri, professore di matematica di indubbio valore. Anche lui però non è nuovo a contatti leghisti. Come quando, nel 2021, era presente all’inaugurazione della sede del Carroccio di Cascina, in provincia di Pisa, insieme, tra gli altri, all’eurodeputata Susanna Ceccardi e alla deputata Donatella Legnaioli.
Per l’occasione Vespri si cimentò anche in uno spettacolo dedicato Dante e Galileo, insieme alla stessa Ceccardi. Così, quantomeno, scrivevano allora i giornali locali: «Dopo le letture dall’Inferno, del regista e attore Andrea Buscemi e di Susanna Ceccardi, il professor Vincenzo Vespri, ordinario di Analisi Matematica presso l’Università di Firenze, illustrerà quali poco conosciuti legami esistano tra il padre della scienza moderna e l’autore della Divina Commedia».
Non male per Vespri che oggi è chiamato ad occuparsi di «attività di sviluppo, potenziamento e innovazione delle metodologie didattiche nell’ambito delle materie Steam (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Matematica, ndr)» per un compenso di 20mila euro.
Ma non è finita qui. Tra gli altri collaboratori, tanto per dire, spicca anche il professor Vincenzo Mannino che si occupa dei «rapporti istituzionali del ministro». Bene. Il nome di Mannino compare anche nel lungo elenco dei membri del think-tank “Lettera 150”, nato in tempo di Covid da un appello di circa 150 professori universitari, appunto, «in favore della rapida predisposizione di un piano di fuoriuscita in condizioni di sicurezza dal blocco del Paese per contrastare l’epidemia da Covid-19», come si legge sul sito.
Esattamente le posizioni che al tempo esprimeva la Lega. E chi è il coordinatore? Valditara, of course. Altro membro del think-tank è Mario Comba, professore a Torino esattamente come il ministro. Altra casualità, pure Comba è collaboratore con l’arduo compito (per 60mila euro) di «semplificazione, project financing e rapporti con gli enti locali nelle materie di competenza del ministero dell’Istruzione».
Nell’elenco dei sottoscrittori c’è pure Giuseppe Bretagna, professore a Bergamo, anche lui finito nello staff di Valditara, per occuparsi di «percorsi efficaci di orientamento degli studenti».
Un’autorevole squadra di fedelissimi, dunque. A cui si aggiungono, al solito, altri collaboratori che si occupano della segreteria e della comunicazione. E anche a riguardo le curiosità non mancano.
Per dire: dal 17 novembre dello scorso anno ad occuparsi di «promozione e coordinamento dei rapporti tra il ministero dell’Istruzione e le realtà scolastiche del territorio» è Giacomo Barattini che, tra le altre cose, è stato assessore in quota Forza Italia al Comune di Altamura, in provincia di Bari. E forse è anche per questo che pare lavori fianco a fianco del sottosegretario (leghista anche lui) Rossano Sasso con cui condivide, essendo l’onorevole barese, la regione di provenienza.
Singolare, poi, il caso di Berardino Zaino, che lavorava all’Istruzione già con l’ex ministro Patrizio Bianchi: confermato nello staff col ruolo di fare analisi e proposte «di semplificazione organizzativa-gestionale nel rapporto tra i diversi livelli di governo» (per 25mila euro annui), è stato in passato dirigente nazionale dei Giovani democratici (il movimento giovanile del Pd) e molto vicino a Matteo Renzi, tanto da creare al tempo del referendum sulla riforma Boschi un comitato per il Sì in Irpinia, sua terra natìa.
Insomma, un team studiato a pennello per circondarsi di persone che, a detta di Valditara, sicuramente se lo meritano. Ma c’è un ultimo piccolissimo tassello. Ciò che sembra, infatti, è che il ministro dell’Istruzione, oltre a circondarsi di esperti di fiducia (sua e, a quanto pare, almeno per alcuni pure della Lega), tenga particolarmente anche alla comunicazione.
Non a caso nello staff c’è chi si occupa specificatamente – e giustamente – del «monitoraggio delle agenzie di stampa, la stesura e l’invio di comunicati stampa», chi invece della «gestione» e del «monitoraggio dei social network relativi alle attività istituzionali del ministro», chi infine pure della «produzione di prodotti video» (compenso annuo: 24mila euro). Tanto per non farsi mancare nulla. Ed essere certi di raccontare il «merito» in tutte le sue sfaccettature.