10 gare ma i vaccini in Lombardia non arrivano: ecco l’ultimo pasticcio della coppia Fontana-Gallera
Gare deserte, aziende senza requisiti, zero garanzie: il vaccino antinfluenzale in Lombardia sembra una chimera. E a rimetterci sono i cittadini
La Lombardia si ritrova con l’acqua alla gola per acquisire 3,8 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale di cui avrebbe bisogno per coprire le fasce più deboli della popolazione. Sono state fatte dieci gare nel giro di pochi mesi, di cui la prima con una base d’asta da 4,5 euro a dose, alcune andate deserte e l’ultima assegnata per 400mila dosi (solo un terzo di quelle richieste) con una fornitura da 26 euro ad un’azienda che come abbiamo rivelato in esclusiva su TPI non aveva i requisiti necessari per partecipare. Ma i vaccini ancora non si vedono.
Le dosi acquisite (ma non ancora arrivate) sono, finora, due milioni e 400mila, di cui però circa 500mila per i bambini, mentre solo gli over 60 (che da protocollo ministeriale vanno vaccinati dalla mutua a carico delle Regioni) sono in Lombardia quasi tre milioni. Un caos targato Fontana e Gallera iniziato a febbraio che fa arrivare la Regione Lombardia impreparata all’inizio della campagna vaccinale. Ma cerchiamo di capire quali sono state le tappe fin qui:
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Prima gara – Risale a febbraio-marzo, quando la Regione voleva pagare i vaccini a meno di 5 euro l’uno e non ha trovato aziende disposte a offrirli. La centrale di acquisti Aria il 23 marzo annuncia il fallimento della gara: “Si propone la non aggiudicazione della procedura in quanto, da parte dell’unico operatore partecipante, sono state presentate offerte superiori alla base d’asta”. La Glaxosmithkline è disponibile a fornire 1,3 milioni di vaccini a 5,9 euro a dose. Ma il bando è per 4,5 euro a dose. Il prezzo è schizzato nel frattempo in alto, ma trovare le dosi è sempre meno semplice. La “concorrenza” è fortissima, sia tra le regioni italiane, sia in tutto il mondo. La stessa Lombardia ha comunque acquistato l’80 per cento di dosi in più rispetto all’anno scorso.
Seconda gara – Viene revocata il 21 maggio perché i vertici dell’assessorato alla Sanità si rendono conto che sono necessari più vaccini di quanti ne sono stati richiesti. Altro tempo perso.
Terza gara – Il 23 giugno esce l’esito della gara: l’offerta sale a 5,9 euro a dose ma si trovano solo 20 mila vaccini pediatrici. Niente per adulti.
Le gare dell’estate – Durante l’estate vengono prodotti quattro bandi di gara. Ma a fine agosto il problema resta lo stesso: nessuna offerta ricevuta per 700 mila vaccini per adulti a oltre 4 milioni di euro.
Nona gara – La nona gara era andata a vuoto: l’esito del 30 settembre ammetteva che l’unica azienda disponibile (una società cinese) avrebbe offerto 1,5 milioni di vaccini a oltre 15 euro l’uno (contro i 10 richiesti dalla Regione) e in ritardo, ovvero in tre mesi. Così è stata istituita un’ulteriore gara per 1,5 milioni di dosi per 10 euro di costo ciascuno.
Decima gara – La decima e ultima gara è quella che è stata assegnata all’operatore economico Falkem Swiss. Come abbiamo denunciato in questo articolo di Sara Dellabella, l’azienda è sprovvista del bollino Anac (e non lo ha mai nascosto) e ma non è in grado di stipulare una fidejussione di garanzia a cui la Regione ha rinunciato pur di ottenere i vaccini, i quali sarebbero stati pagati persino (anticipatamente) a un prezzo carissimo, secondo gli accordi.
Il caos vaccini in Lombardia è tutt’altro che risolto dopo queste 10 gare e il rischio è tutto sulle spalle dei cittadini. Se arriveranno le dosi acquistate, ci saranno al massimo vaccini per 2,7 milioni di persone, significa che comunque 3 lombardi su 4 rimarranno senza vaccino.
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