Vaccini ai detenuti nel Lazio, Salvini: “Roba da matti”. Ma in Lombardia accade da marzo
Le repliche dell'assessore alla Salute Alessio D'Amato e del Garante dei detenuti del Lazio
Il leader della Lega Matteo Salvini si è schierato contro la decisione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti di somministrare le prime dosi del vaccino Johnson&Johnson ai detenuti. “Lazio e Campania vogliono vaccinare i detenuti prima di anziani e persone disabili. Roba da matti”, ha scritto Salvini in un tweet.
Ad annunciare la decisione era stato l’assessore regionale Alessio D’Amato, riferendosi alle prime dosi del farmaco anti-Covid che arriveranno domani e dopodomani. Le fiale, aveva preannunciato D’Amato, “saranno utilizzate per immunizzare tutti i detenuti e gli agenti penitenziari delle carceri del territorio”.
Di fronte all’attacco di Salvini, lo stesso D’Amato ha replicato: “Che un ex Ministro degli Interni definisca ‘roba da matti’ la vaccinazione degli agenti della penitenziaria e dei detenuti è un’azione da maramaldo“, ha detto l’assessore. “Il Lazio è tra le prime Regioni italiane per copertura vaccinale agli anziani e in generale per livello di somministrazioni. Su queste questioni serve serietà, in Lombardia e Veneto sono iniziate a marzo le vaccinazioni nelle carceri”.
“A Salvini non far sapere che in Lombardia e Veneto le vaccinazioni Covid 19 in carcere sono iniziate a marzo”, ha scritto in un tweet il Garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasia. “Gaffes clamorosa di Salvini sui detenuti che il Lazio vaccinerà fra qualche giorno”, ha dichiarato Enzo Foschi, il vicesegretario del Pd del Lazio. “L’odio verso gli altri lo porta a dire cose senza senso. Pensi ai disastri della sua Lombardia”.
“Ancora una volta Salvini dimostra di disprezzare la dignità umana lamentandosi della volontà di alcune regioni, tra cui il Lazio, di vaccinare i detenuti. O forse non sa quello che sta dicendo dato che Lombardia e Veneto hanno già dal mese scorso cominciato a vaccinare i reclusi”, hanno scritto in una nota congiunta Marta Bonafoni e Alessandro Capriccioli rispettivamente capogruppo della Lista Civica Zingaretti e di +Europa Radicali.
Il leader leghista “evidentemente ignora che anche oggi le cronache ci riportano una situazione delle carceri italiane che ha superato la decenza: sono luoghi destinati a diventare focolai, dove è impossibile il distanziamento e dove rimane difficile l’accesso alle cure”, proseguono Bonafoni e Capriccioli, che ricordano che nel carcere di Rebibbia, “ad oggi si contano 70 detenuti con il Covid-19, a cui si aggiungono i numeri della polizia penitenziaria e dei lavoratori degli istituti. Sono parole irresponsabili, quelle di Salvini, che dimostra ancora una volta di considerare i detenuti scarti umani”.
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