Scuola, Governo e Regioni promuovano una vaccinazione antinfluenzale di massa: la campagna di TPI
• TPI chiede a Governo e Regioni italiane di promuovere una campagna di vaccinazione antinfluenzale di massa.
• L’obiettivo è tendere almeno al 75% di popolazione vaccinata (non il 100%, che sarebbe inverosimile), ovvero agli obiettivi di copertura fissati dalle autorità sanitarie, con riguardo in particolare alle categorie a rischio e a chi frequenta il mondo della scuola.
• A questa campagna hanno aderito, tra gli altri, l’epidemiologo Andrea Crisanti, il virologo Fabrizio Pregliasco e Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. Tutti d’accordo sul fatto che il vaccino contro l’influenza possa giocare un ruolo fondamentale nell’attività di contrasto al Covid-19.
• Il vaccino antinfluenzale, da un lato, può semplificare le diagnosi di SARS-CoV-2 e la gestione dei casi sospetti e, dall’altro, secondo autorevoli studi scientifici, riduce il rischio di contagio e di mortalità.
• In Italia si vaccina contro l’influenza in media il 16% della popolazione: troppo poco. Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale indica come ”obiettivo minimo perseguibile” il 75% di popolazione vaccinata, mentre per gli anziani e le persone a rischio si punta come “obiettivo ottimale” al 95% di vaccinati.
• Quest’anno, complice l’emergenza Covid, si prevede che la domanda sarà molto superiore, ma c’è il rischio che le dosi non bastino per tutti: secondo Fondazione Gimbe, il vaccino ci sarà solo per un italiano su 3.
• Alla luce di queste informazioni, vi invitiamo ad aderire alla nostra campagna, firmando a questo link la petizione di TPI su Change.org “Chiediamo un vaccino antinfluenzale di massa”.
Vaccino antinfluenzale: la campagna di TPI
In attesa di un vaccino contro il Covid-19, per l’autunno-inverno 2020/2021 possiamo contare sul vaccino antinfluenzale. Chiaramente non è la stessa cosa, ma il vaccino contro l’influenza può comunque giocare un ruolo fondamentale nel contrasto alla pandemia: da un lato, può rendere più semplici le diagnosi e la gestione dei casi sospetti; dall’altro, studi scientifici rilevano che questa forma di prevenzione abbassa statisticamente le probabilità di contagio da SARS-CoV-2. Per questo TPI ha deciso di lanciare una campagna per chiedere al Governo e alle Regioni di promuovere una vaccinazione antinfluenzale di massa, con riguardo in particolare alle categorie a rischio e a chi frequenta il mondo della scuola.
Il vaccino antinfluenzale non è obbligatorio e sarebbe impensabile chiedere di arrivare al 100% di popolazione vaccinata. In Italia la percentuale di popolazione che negli ultimi anni si è vaccinata contro l’influenza è molto bassa rispetto agli obiettivi fissati dalle autorità sanitarie: il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale indica come ”obiettivo minimo perseguibile” il 75% di popolazione vaccinata, mentre per gli anziani e le persone a rischio si punta come “obiettivo ottimale” al 95% di vaccinati. L’anno passato in Italia si è vaccinato il 16,8% della popolazione e il 54,6% degli over 65.
Nella stagione 2020/2021, complice l’emergenza Covid-19, è prevedibile che la domanda aumenti notevolmente: secondo una ricerca di Assosalute, ci potrebbe essere un +160% di richieste. Sollecitate dal Ministero della Salute, le Regioni hanno incrementato gli ordini presso le case farmaceutiche. Tuttavia, secondo alcune un’analisi della Fondazione Gimbe, in alcuni territori non ci saranno abbastanza dosi per garantire la copertura vaccinale al 75% delle categorie a rischio. Inoltre, gli acquisti fatti dalle stesse Regioni rischiano di assorbire una quota di mercato così elevata da tagliare fuori – secondo una stima di Federfarma – circa un milione di persone tra coloro che non rientrano nelle categorie protette.
Nella consapevolezza che non è possibile raggiungere questi obiettivi da un anno all’altro, chiediamo però al Governo italiano e alle Regioni di promuovere su larga scala la vaccinazione antinfluenzale e di favorire l’approvvigionamento di dosi a chi desideri sottoporsi al vaccino, con particolare attenzione a coloro che frequentano il mondo della scuola. Alla campagna di TPI hanno aderito finora, tra gli altri, l’epidemiologo Andrea Crisanti, il virologo Fabrizio Pregliasco e Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe. La vaccinazione antinfluenzale gioca un ruolo fondamentale nell’attività di contrasto a SARS-CoV-2. Questo strumento va sfruttato al massimo delle sue potenzialità e nulla va lasciato al caso.
Perché il vaccino antinfluenzale è utile contro il Covid-19
Il Ministero della Salute sottolinea che il vaccino antinfluenzale è importante “per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra Covid-19 e influenza”. Proprio in considerazione dell’emergenza sanitaria causata da SARS-CoV-2, per la stagione 2020/2021 il Ministero ha anticipato di un mese – da novembre a ottobre – l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale. E ha esteso l’offerta gratuita del vaccino a chi ha più di 60 anni (generalmente l’offerta riguarda solo gli over 65).
Che il vaccino antinfluenzale abbia un effetto di contrasto al Covid-19 ad oggi non è scientificamente dimostrato. Tuttavia alcuni studi pubblicati di recente vanno in questa direzione. Una indagine osservazionale pubblicata su Vaccines e realizzata da alcuni ricercatori italiani ha scoperto che le vaccinazioni, e soprattutto l’anti-pneumococcica, sono associate a un minor rischio di positività al tampone per Covid-19. In particolare, tra le persone al di sotto dei 65 anni di età, il vaccino contro lo pneumococco è associato a una probabilità di avere un tampone positivo del 39% inferiore rispetto a chi non ha fatto il vaccino, per gli over 65 la probabilità è ridotta del 44% e per la fascia più giovane è più bassa del 15%.
Inoltre, da uno studio condotto dallo Swiss Tropical and Public Health Institute, dell’Università di Basilea e di quella di San Paolo del Brasile è emerso che nei pazienti Covid, le probabilità di morte sono più basse del 17% per chi è stato di recente vaccinato contro l’influenza.
E ancora: uno studio del centro cardiologico Monzino di Milano ha osservato, durante il periodo del lockdown, una relazione inversamente proporzionale tra copertura delle vaccinazioni antinfluenzali e numero di contagi e morti per Covid-19 nelle regioni italiane. Secondo l’analisi, aumentare anche solo dell’1% le coperture vaccinali contro l’influenza avrebbe evitato la morte di 1.989 persone positive al Coronavirus.
Vaccino contro l’influenza: problema approvvigionamento
Per la stagione 2020/21 – in considerazione dell’emergenza Covid – il Ministero ha esortato nel giugno scorso le Regioni ad avviare le gare per l’approvvigionamento dei vaccini anti-influenzali “al più presto basandole su stime effettuate sulla popolazione eleggibile e non sulle coperture delle stagioni precedenti”. Di conseguenza le Regioni hanno notevolmente aumentato gli ordinativi alle case farmaceutiche: Federfarma, l’associazione dei farmacisti privati, ha stimato l’incremento in un +43% rispetto all’anno precedente. La stessa Federfarma, tuttavia, ha lanciato un allarme: l’aumento delle richieste da parte delle Regioni rischia di assorbire una quota molto elevata dei vaccini in produzione. Risultato: fra le persone che non rientrano nelle categorie a rischio, un milione potrebbe non riuscire ad accedere al vaccino contro l’influenza.
Secondo un’analisi della Fondazione Gimbe, presieduta da Nino Cartabellotta, “c’è il rischio concreto, numeri alla mano, che chi non rientra nel target prioritario per la vaccinazione antinfluenzale non riuscirà a trovare il vaccino in farmacia”. E addirittura 9 Regioni rischiano di non garantire neppure il 75% della copertura gratuita per le categorie a rischio.
Focus Regioni
Sul tema delle campagne per le vaccinazioni antinfluenzali, la cui competenza è in capo alle Regioni, TPI ha approfondito finora la situazione di Lombardia, Sicilia e Calabria. In Lombardia alla fine di agosto è scoppiata una polemica sui ritardi della Regione negli approvvigionamenti e l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha ribadito che la campagna vaccinale inizierà a ottobre e con un numero di dosi dell’80 per cento superiore agli scorsi anni (qui l’inchiesta di Lorenzo Zacchetti sul tema).
In Sicilia la Regione ha acquistato un milione e mezzo di dosi e ha anticipato l’inizio della campagna vaccinale al 5 ottobre, ma i farmacisti lamentano la mancanza di dosi e i medici chiedono di partire prima possibile per non perdere tempo prezioso. In Calabria, invece, il Tar ha annullato l’ordinanza della governatrice Santelli che rendeva obbligatorio il vaccino per le categorie a rischio, dopo che il provvedimento è stato impugnato da un’associazione di cittadini che chiede si rispetti la libertà di scelta in materia di salute.
Vaccino antinfluenzale: informazioni utili
Per chi è raccomandato il vaccino contro l’influenza
Il Ministero della Salute stabilisce una serie di categorie di persone considerate a rischio alle quali il vaccino contro l’influenza viene somministrato gratuitamente. L’elenco include: le persone con più di 65 anni d’età (per la stagione 2020/21, anche gli over 60), i bambini sopra i 6 mesi, le donne in gravidanza, i ricoverati lungodegenti, medici e personale sanitario, chi soffre di patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, i donatori di sangue, i famigliari di persone a rischio e chi per lavoro è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani. Qui l’elenco completo nel dettaglio.
Quando inizia la campagna di vaccinazione
La campagna di vaccinazione antinfluenzale è gestita dalle Regioni. Generalmente la campagna prende avvio nel mese di novembre, ma per la stagione 2020/2021 – a causa dell’emergenza Covid-19 – il Ministero ha raccomanda di anticipare le campagne a partire dall’inizio di ottobre e di “offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione”.
A chi rivolgersi per sottoporsi al vaccino antinfluenzale
Ogni Regione e Provincia Autonoma stabilisce le strutture deputate alla vaccinazione. Oltre ai Servizi di vaccinazione dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl, partecipano alle attività di vaccinazione i medici di Medicina Generale e pediatri di libera scelta.
I contributi alla campagna di TPI
David Parenzo: “Non possiamo essere ostaggio dei no-vax: rendiamo il vaccino antinfluenzale obbligatorio a scuola”
David Parenzo, giornalista, autore e conduttore televisivo e radiofonico, ha lanciato su TPI un appello affinché il vaccino venga reso obbligatorio (e gratuito) nelle scuole. “So che l’obbligo non è mai uno strumento simpatico in uno Stato di diritto, però quando c’è di mezzo il diritto alla salute e il diritto allo studio, lo Stato deve fare la sua parte”, scrive Parenzo. “Quando arriverà il picco della consueta influenza autunnale, avremo le scuole bloccate dal famoso ‘protocollo Covid’ e il rischio sarà quello di avere le classi in quarantena per una banale influenza. Per questo diventa necessaria una vaccinazione di massa anti-influenzale, per evitare di bloccare le scuole per un supposto caso Covid , quando invece trattasi di semplice raffreddore con 37.7 di febbre”.
Il direttore del Gaslini: “Tutti dovremmo fare il vaccino contro l’influenza, anche i bambini”
Paolo Petralia, direttore dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, ha spiegato in questa intervista a TPI l’importanza del vaccino antinfluenzale. “Dobbiamo aiutare le persone a capire che la vaccinazione non ha problematicità di alcun tipo, ma protegge il soggetto vaccinato e insieme produce un beneficio sulla società. In questo modo – spiega Petralia – il soggetto (e parliamo di milioni di persone ogni anno nel mondo) non si contagia e non viene tolto dal circuito lavorativo e scolastico, fatto che rappresenta altrettanto un danno importante. Avere fatto la vaccinazione antinfluenzale anche nei minori elimina una parte del problema, per lo meno a livello di evidenza della sintomatologia”.