La commissione Ue critica l’Italia: “Liberalizzate le concessioni balneari”
La Commissione europea ha criticato la nuova legge sulla concorrenza italiana, nello specifico sul tema delle concessioni balneari. “L’Italia si conformi alla legislazione europea”, è la richiesta formulata da un portavoce della Commissione.
Ieri il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla nuova legge sulla Concorrenza che prevede una mappatura delle concessioni balneari, senza tuttavia prevedere le liberalizzazioni chieste dall’Europa fin dal 2006.
“Siamo al corrente dei recenti sviluppi della legislazione italiana”, ha detto oggi un portavoce della Commissione europea. “È una prerogativa delle autorità italiane decidere il modo in cui portare avanti il processo di riforme nelle concessioni balneari. Per la Commissione è importante il contenuto e non la forma di questa riforma”, ha aggiunto.”Per noi è importante che le autorità italiane procedano rapidamente a portare in conformità la loro legislazione e le loro pratiche con la legislazione europea e anche con la giurisprudenza della Corte di Giustizia“. L’Ue chiede di organizzare gare aperte a tutti, per migliorare la procedura di assegnazioni delle spiagge in maniera da coinvolgere imprenditori più efficienti, con maggiori introiti per lo Stato.
Secondo molti attivisti e addetti ai lavori, il sistema attuale, spesso caratterizzato da canoni di importo irrisorio, non manca di alimentare storture. Secondo Legambiente, nel 2020 le 59 concessioni balneari del comune di Arzachena, in Costa Smeralda, hanno versato allo Stato canoni per soli 19mila euro l’anno. Una media di circa 322 euro ciascuna, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. “Praticamente nulla se confrontati ai 400 euro giornalieri richiesti per un ombrellone con 2 lettini all’Hotel Romazzino di Porto Cervo”, afferma Legambiente.